La Nuova Sardegna

Sassari, oggi a Santa Maria l’Oratorio di Natale di Bach

di Antonio Ligios
Sassari, oggi a Santa Maria l’Oratorio di Natale di Bach

In scena alle 21 le orchestre dei due Conservatori di musica sardi, la Polifonica Santa Cecilia, il Polifonico Turritano e il complesso barocco Camerata Artemisia

19 dicembre 2012
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SASSARI. Appuntamento da non perdere ogg alle ore 21 nella Basilica di Santa Maria. I due Conservatori della Sardegna, due cori prestigiosi come la Polifonica Santa Cecilia e il Polifonico Turritano e un gruppo specializzato nell’interpretazione delle musiche barocche come la Camerata Artemisia hanno unito le proprie forze per promuovere l’esecuzione – tra la fine di questo mese e la prima settimana di gennaio del 2013 – dell’Oratorio di Natale, uno dei grandi capolavori di musica luterana presenti nel vastissimo catalogo delle opere di Johann Sebastian Bach. L’Oratorio di Natale, risalente al 1734, si compone di sei distinte cantate, scritte da Bach per ognuna delle festività che nel calendario luterano sono comprese tra il Natale e l’Epifania.

Stasera il Coro e le Voci bianche della Polifonica Santa Cecilia (queste ultime istruite da Marco Lambroni), l’Orchestra del Conservatorio Luigi Canepa, i componenti della Camerata Artemisia, i solisti vocali Vincenzo Di Donato (Evangelista), Valentina Marghinotti (soprano), Gloria Banditelli (contralto), Matteo Desole (tenore) e Sergio Foresti (basso), diretti da Gabriele Verdinelli, eseguiranno le cantate n. 1, 3 e 6. Bach concepisce il grandioso affresco dell’Oratorio di Natale a Lipsia, dove prestava servizio come ‘Kantor’ e ‘Director Musices’, crando un’opera straordinaria, nella quale peraltro riciclò sue precedenti composizioni scritte per altre occasioni. Si tratta in particolar modo di lavori appartenenti al genere profano (cantate di compleanno), pensate però in uno stile festoso che ben si adattava alla solennità dell’occasione sacra. Questo procedimento del ‘travestimento’ da un genere musicale all’altro non deve affatto stupire: venne impiegato durante tutta l’epoca barocca e lo stesso Bach vi ricorse numerose volte. In questo caso, nonostante l’eterogeneità dei materiali – in parte originali e in parte ‘riciclati’ – il compositore riuscì a creare un’unitarietà che ha fatto di questo ciclo uno dei suoi lavori tutt’ora più popolari ed eseguiti.

La struttura dell’opera è molto lineare. La narrazione della nascita di Cristo segue il filo conduttore dell’Evangelista che, nei suoi recitativi, ricalca i noti passi di Luca e Matteo, mentre le arie e i cori svolgono fondamentalmente una funzione di commento, individuale o collettivo, e di riflessione edificante. Solo raramente infatti i solisti e i cori interpretano i personaggi o entrano nella narrazione come spesso avviene nelle Passioni dello stesso Bach.

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