La Nuova Sardegna

L’Enas denuncia: «Saremo travolti dal deficit Abbanoa»

di Luigi Soriga

L’ente che gestisce i bacini vanta un credito di 38milioni nei confronti della società: «A pagare saranno gli utenti»

08 dicembre 2012
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Il sistema idrico integrato rischia di essere risucchiato nel buco nero creato da Abbanoa. I sindacati nei giorni scorsi hanno paventato uno scenario inquietante: un disegno preciso da parte della politica nel favorire il collasso di Abbanoa, in modo da aggirare l’esito del referendum popolare e riproporre dalla porta di servizio il tema della privatizzazione dell’acqua. Ora anche Enas, l’ente strumentale della Regione che gestisce i bacini, le dighe e gli acquedotti dell’isola, e che eroga l’acqua grezza ai Consorzi di bonifica, ai Consorzi Industriali e ad Abbanoa, denuncia una situazione insostenibile. «Abbanoa ci deve 38 milioni di euro – dice Pier Giorgio Cadeddu – e finora non ci ha versato un centesimo. Se noi fossimo una famiglia, saremmo nella situazione di non avere i soldi per comprare il latte. E’ assurdo che una società che produce utili come la nostra, che investe nel settore idroelettrico, che fa progettazione e che produce energia solare, debba affogare per l’incapacità della politica di affrontare una volta per tutte il deficit di Abbanoa». Enas, al momento, si trova esposta con le banche per 15 milioni e gli stipendi dei dipendenti sono a rischio. «Questo rimpallo dei debiti è assurdo. Abbanoa vanta crediti con l’Asl e l’Esaf, ma il suo comportamento è singolare. E’ come se un cittadino dovesse ottenere un rimborso dall’Agenzia delle Entrate, e finché non lo riceve si rifiuta di pagare qualunque bolletta e tassa. Ci hanno proposto addirittura una cessione del credito: ma questo lo puoi fare con un broker, non con un ente pubblico. Quando ci siamo rivolti alle banche, appena hanno sentito il nome di Abbanoa ci hanno voltato le spalle: il debito di Abbanoa è inesigibile, ci hanno risposto». Stiamo parlando di 800 milioni di euro: «E non tirino fuori sempre la stessa storia della capitalizzazione da parte della Regione, perché si tratta di 150milioni di euro, cioè briciole. Come si è creato, in sei anni di gestione, questo buco nero da 800 milioni? E soprattutto come si potrà colmare? Ogni sardo ha un debito di 500 euro per tappare questo debito. E prima o poi qualcuno glielo chiederà sotto forma di tasse». Oppure innalzando le tariffe: «Enas vende l’acqua grezza ad Abbanoa a 7 millesimi al metro cubo e a 4 millesimi ai consorzi agrari – spiega Cadeddu – Le sovvenzioni regionali che noi percepiamo servono per garantire questo prezzo politico, assolutamente fuori mercato. Abbanoa, dopo la depurazione e potabilizzazione rivende l’acqua pagata a 0,07 millesimi a un costo medio di 1,57 euro, cioè a una cifra 20 volte più elevata. Possibile che la tariffa sia ancora da ritoccare? Non è che magari gli utili non si fanno per una cattiva gestione, per l’incapacità di far pagare l’acqua a tutti i cittadini e agli enti pubblici?». E conclude: «Se stessimo parlando di una società privata, i libri contabili sarebbero già finiti in tribunale, invece Abbanoa è sempre lì, a incrementare il deficit e a risucchiare a fondo tutti nel suo vortice perverso».

In Primo Piano
Lo schianto

Tragedia nel Bresciano: 60enne originario di Sorso muore in un incidente stradale

di Salvatore Santoni
Le nostre iniziative