La Nuova Sardegna

Il piano di Abbanoa per uscire in fretta dalla crisi finanziaria

di Umberto Aime

Presentato a Bruxelles: si attende il via libera dell’Ue ai 184 milioni della Regione per evitare il dissesto contabile

01 dicembre 2012
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CAGLIARI. Centosessanta pagine, diversi allegati e molte tabelle: è questa la consistenza del piano di ristrutturazione che Abbanoa ha presentato all’Unione europea, per ottenere il via libera al maxi finanziamento della Regione di 184 milioni. Sono i milioni indispensabili per capitalizzare la società di gestione e senza i quali c’è il rischio della paralisi finanziaria, che arriva da lontano. Dal 2006 quando sin dal primo anno d’esercizio ad Abbanoa furono caricati in bilancio 75 milioni di debito ereditati delle precedenti gestioni territoriali. Da allora non si è più ripresa, soprattutto perché i soci (la Regione e i Comuni) hanno sottoscritto finora solo 14 milioni di quote su 142. L’agonia è diventata cronica ad esempio nei rapporti con l’Enas (è l’ente regionale che vende l’acqua grezza) che dal 2007 non riesce a farsi pagare da Abbanoa, ma a sua volta Abbanoa è in credito con molti utenti pubblici finiti nella lista nera dei debitori, dalle carceri agli ospedali, dal demanio agli stessi Comuni. Dopo l’ennesimo bilancio in perdita, meno 12 milioni nel 2011, e dopo che il debito con le banche ha superato di nuovo i 135 milioni e quello coi fornitori è vicino ai 250 milioni, Abbanoa scrive all’Unione Europea di «essere pronta a risanare l’azienda attraverso la riduzione drastica dei costi di produzione» e l’aumento dei ricavi, in altre parole vuole incassare di più con le bollette. Qualcosa di positivo si è mosso nel 2011, con i costi scesi sotto i 218 milioni, anche se sono ancora alte le spese per l’energia (36 milioni) e le manutenzioni degli impianti (24,5), Ma Abbanoa è sicura che «nel prossimo triennio sarà possibile abbattere le attuali perdite nella rete idrica, ora ben oltre il 55 per cento dell’acqua spinta nelle condotte». A proposito di condotte, il gestore dichiara di aver investito diversi milioni per «sostituire una buona parte dei 12 mila chilometri di rete che gestisce fra urbana ed extraurbana», mentre spera di utilizzare quella realizzata da molti Comuni nel 2004, è costata 240 milioni, ma mai allacciata alla condotta principale. Poi sempre per raggiungere, l’efficienza Abbanoa ribadisce che «l’ottimizzazione della struttura sarà completata attraverso l’informatizzazione dell’intero servizio». Ma per arrivare all’auspicato pareggio nell’arco di pochi anni, quello che contano saranno soprattutto le entrate, cioè gli incassi, per far fronte al costo giornaliero del gestore: 520mila euro. Fra ordinari e recupero crediti, nel 2011 nelle casse della società sono entrati 185 milioni, per un fatturato finale di 206 milioni. Ancora troppo pochi per coprire le spese, ed ecco allora che nel piano è previsto l’azzeramento delle utenze abusive, sono oltre 14 mila quelle scoperte finora, e l’allaccio di oltre 80mila contatori che permetteranno la lettura a distanza dei consumi. Il tutto «consentirà di avere un’anagrafica precisa delle utenze grandi e piccole, pubbliche e private» ma soprattutto di «ridurre i contenziosi grazie alla gestione integrata della clientela fino alla riduzione drastica dell’arretrato». Resta aperto, nel piano, il problema delle tariffe. Abbanoa dichiara che quella in Sardegna è fra le più basse in Italia. Le tabelle dicono che oggi ogni metro cubo è pagato 1,63 euro contro una media oltre i 2,50. Ma aumentare ora il prezzo sarebbe molto impopolare, e così Abbanoa può sperare solo che l’Europa dia presto il via libera ai 184 milioni della Regione. Altrimenti dall’agonia, sarà breve il passaggio alla morte finanziaria.

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