La Nuova Sardegna

L’assassina: una vita bruciata dalla droga

L’assassina: una vita bruciata dalla droga

Sabrina Glino nel 1996 finì nei guai con un’organizzazione che gestiva il narcotraffico in città

22 ottobre 2012
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SORSO. Quando venne arrestata insieme ai big della mala sassarese, nel novembre del 1996 i giornali titolarono a caratteri cubitali “In cella i signori della droga”. Sabrina Glino allora aveva 27 anni e conservava nei tratti del volto una bellezza giovanile che stava già sfiorendo. Colpa della eroina che è stata la compagna più fedele della sassarese che sabato sera a accoltellato a morte, senza alcun motivo, il disabile di Sorso Giovannino Delogu. Glino veniva indicata come una delle donne della banda, definizione che la difesa dell’imputata respinge va con decisione.

Eppure fu sostanzialmente una frase pronunciata da Pino Vandi, presunto capo della organizzazione, a inguaiarla. Senza sapere di essere intercettato, infatti, Vandi si compiaceva infatti al telefono della bravura della sua collaboratrice a spacciare nella piazza sassarese. La sentenza di quel processo, che si concluse con dieci condanne e tre assoluzioni, sancì l’esistenza in città di una associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico. Una organizzazione capillare nella quale Sabrina Glino era una pedina. Condannata a cinque anni di reclusione, interamente scontati in carcere, la donna ha poi avuto qualche altro guaio con la giustizia. Guai che del resto erano cominciati fin dal compimento della maggiore età con i primi arresti per reati contro il patrimonio. Poi il salto nel mondo dello spaccio.

Da qualche anno Glino vive a Sorso dove ha cercato di ricostruirsi una vita con un pregiudicato che ha già trascorso più di vent’anni in carcere per reati contro il patrimonio. Irriconoscibile e sempre più sola, Glino vive come un corpo estraneo in una comunità che la ignora. Anche l’altra sera la donna era seduta al bar, a bere birra, senza che nessuno le rivolgesse la parola. L’omicidio l’ha fatta uscire dall’invisibilità ed erano in tanti, ieri mattina, a chiedersi chi fosse la donna che aveva stroncato la vita di un uomo fragile e bisognoso di cure. Sabrina Glino non ha dato spiegazioni ai carabinieri che l’hanno arrestata. Prima di essere chiusa in una camera di sicurezza , pare che la donna la donna ha chiesto una sigaretta e abbia chiesto per la prima volta come stava l’uomo che aveva accoltellato. «Si muoveva come un automa – racconta chi l’ha vista dopo l’arresto – come se non si rendesse conto di quello che aveva fatto».(d.s.)

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