La Nuova Sardegna

Nel fascicolo Dore i sospetti di 2 genitori

di Elena Laudante
Nel fascicolo Dore i sospetti di 2 genitori

Negli atti anche la denuncia dei familiari di un giovane suicida

16 ottobre 2012
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SASSARI. La denuncia sul suicidio di un ragazzo è finita agli atti dell’inchiesta sulle terapia anti-Alzheimer di Ittiri. Tra i documenti del fascicolo del sostituto procuratore Gianni Caria c’è l’esposto presentato dei genitori di Luca Scognamillo, una coppia di Alghero che all’indomani dell’arresto di Dore e di altri 14 indagati si era presentata in Procura. E aveva raccontato una vicenda tristissima, ma tutta ancora da vagliare.

Secondo la denuncia dei familiari, Luca Scognamillo avrebbe deciso di chiudere la sua breve esperienza con la vita a causa di un crescente disagio psicologico. E ora la madre chiede di capire quale ruolo possano aver avuto i contatti con alcuni medici ai quali il ragazzo si era rivolto quando il disagio si era manifestato.

Era fragile, Luca. A 22 anni aveva già dimostrato di avere doti introspettive rare per la sua età. Da quand’era adolescente scriveva poesia che evidentemente erano state apprezzate, al punto da firmare due libri, uno dei quali era stato presentato in un’aula universitaria gremita di studenti. Frequentava la facoltà di Giurisprudenza, a Sassari, aveva una fidanzata, una vita agiata (suo padre è un costruttore), amici ed estimatori, che ammiravano la sua penna ermetica, frutto delle letture delle opere di Ungaretti, Montale, Luzi.

Ma la mattina del 15 giugno, poco dopo le 9.30, Luca aspetta che la madre vada in bagno, si alza dalla sedia della cucina, saluta la sua ragazza, e corre via. Fugge, quasi, verso il ponte di Calabona, ad Alghero. E si butta giù.

Lo stesso salto nel buio, in qualche modo, lo ha fatto la madre, Andreina Uldanck, che da allora non riesce a trovare una ragione. Ricorderà in Procura che suo figlio aveva iniziato a scendere una china di tristezza, si era come chiuso in se stesso.

Impossibile capire il perché di quel gesto estremo. Solo che adesso la donna vuole comprendere. E ha chiesto ai carabinieri di chiarire alcuni punti del percorso terapeutico seguito dal figlio.

Tutto sarebbe iniziato quando Luca ha avvertito, a febbraio 2012, un forte dolore alla spalla destra. Ne aveva parlato con la madre e si erano consultati con alcuni medici, tra i quali uno specialista, per capire di cosa si trattasse. Mentre cercavano l’origine del dolore, qualcuno aveva consigliato loro di rivolgersi al neurologo di Ittiri, Giuseppe Dore, che a fine febbraio aveva accettato di fornire un consulto a titolo gratuito.

Nell’esposto-denuncia i familiari raccontano di essere andati in via Quarto, nello studio del medico di Ittiri, e lì Luca sarebbe stato visitato per quasi due ore o mezza. Poi (è sempre la versione dei genitori) Dore avrebbe chiesto ai genitori di uscire dallo studio per poi sottoporre il giovane ad un test. Come quello sul coordinamento tra mano destra e mano sinistra, racconterà poi il giovane alla madre, alla quale lui rivelava tutto. Dopo quel colloquio, per il quale il neurologo ora ai domiciliari non chiede alcun onorario, il ragazzo, stando alle dichiarazioni dei genitori, inizia a seguire alcuni orientamenti tipici della Psiconeuroanalisi nella parte in cui teorizza la necessità di trovare un equilibrio tra emisfero destro ed emisfero sinistro, nella ricerca dell’armonia tra logica ed emotività. Concetti che Luca rappresenta in alcune vignette.

Da allora, non c’è stato più nessun contatto diretto con il neurologo di Ittiri, non in veste di medico. A primi di aprile, Luca si rivolge a uno psichiatra, che come prima cosa prescrive una risonanza magnetica di testa e midollo, risultata negativa: non ha alcun problema neurologico. Da un’altra visita emergerà che è solo afflitto da una borsite.

Dopo questa diagnosi, non ci sono più visite nello studio di via Quarto. Ma il 25 aprile c’è un altro incontro, forse casuale, con Dore: «Luca viene invitato ad uno spuntino a Sorso dove c’era anche lui», riferisce la madre ai carabinieri. E questa è l’ultima occasione in cui parlano.

La madre di Luca non l’ha più visto né sentito. Fino a quando il 3 agosto il volto del neurologo è apparso sullo schermo della Tv, arrestato per associazione a delinquere, truffa, maltrattamenti.

A quel punto, la donna si è posta diversi interrogativi sulla validità della visita nello studio di via Quarto. E si è presentata in Procura per sporgere denuncia.

Solo gli inquirenti, che sono al lavoro, potranno stabilire se lo sfogo di una madre, che non smette di pensare al giovane figlio perduto, possa contenere profili di rilievo penale. O se da questa vicenda Giuseppe Dore è completamente estraneo.

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