La Nuova Sardegna

Peste suina: norme restrittive per la caccia al cinghiale

di Francesco Bellu

BONO. In seguito ai numerosi casi di peste suina africana alcune zone del Goceano sono off limits per la caccia al cinghiale, ma in alcune aree sarà possibile praticarla seguendo un protocollo molto...

14 ottobre 2012
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BONO. In seguito ai numerosi casi di peste suina africana alcune zone del Goceano sono off limits per la caccia al cinghiale, ma in alcune aree sarà possibile praticarla seguendo un protocollo molto rigido. Le deroghe sono state fatte nel rispetto degli articoli 23, 24, 25 del decreto 30 dell'assessore all'Igiene e alla Sanità (Dais) del 2012, riportato anche nel calendario venatorio 2012-2013. L'area geografica comprende non solo il Goceano ma anche una parte del Monte Acuto, visto che vi sono inseriti i comuni di Pattada e Nughedu San Niccolò insieme ad Anela, Bono, Bottidda e Burgos. Le compagnie interessate all'esercizio della caccia grossa nelle zone infette devono richiedere il “nulla osta” al Servizio veterinario della Asl 1 di Sassari che, sentito il Corpo forestale e di vigilanza ambientale, può autorizzare i cacciatori all'esercizio della caccia al cinghiale nel rigoroso rispetto delle norme igienico-sanitarie volte a ridurre il rischio della diffusione della peste suina africana. Tra le prescrizioni che i cacciatori devono adottare è fondamentale quella relativa al conferimento di un campione di milza e di sangue di ogni cinghiale abbattuto, che dovrà essere recapito al più presto al Servizio veterinario della Asl di Sassari, e la compilazione di una apposita scheda con l'indicazione del punto di raccolta all'interno della area infetta. Le carni dei cinghiali devono essere, inoltre separate individualmente, identificate e stoccate in cella sino al ricevimento dell'esito delle analisi. Mentre le interiora e quanto non è destinato al consumo deve essere trattato in maniera tale da scongiurare la diffusione dei virus. Materiale e schede per il campionamento verranno distribuiti nei prossimi giorni dal Servizio veterinario dell'Azienda sanitaria di Sassari nel corso delle riunioni informative e didattiche in programma nei paesi interessati. Questi incontri con i cacciatori sono fondamentali anche per la conoscenza di altre malattie come la trichinellosi, la tubercolosi e la leptospirosi che, insieme alla peste suina africana, stanno colpendo gli allevamenti in tutto il territorio.

Il Dipartimento di prevenzione tiene a precisare che il cinghiale, come già rilevato da uno studio portato avanti dal 2007 a oggi dall'Istituto zooprofilattico di Sassari, è più una vittima che responsabile del contagio di queste patologie e che soprattutto in Goceano «la vicinanza delle aziende zootecniche ai pascoli comunali, in cui insistono popolazioni di animali domestici allo stato brado, ha determinato il contagio della tubercolosi dai bovini al cinghiale e della peste suina africana dal suino domestico al cinghiale».

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