La Nuova Sardegna

Roberto Vecchioni: «Io con i sardi, per il lavoro»

di Alessandro Pirina
Roberto Vecchioni: «Io con i sardi, per il lavoro»

Budoni, causa pioggia concerto rinviato al 16. «Ho scoperto una terra straordinaria»

03 settembre 2012
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OLBIA. Un’estate su e giù per l’isola e Roberto Vecchioni già si sente mezzo sardo. Il tour con gli Istentales, da Orosei a Pozzomaggiore, passando per Cargeghe, San Sperate e Muravera, ha fatto scoprire al Professore della musica italiana una Sardegna diversa da quella da cartolina o da rivista patinata. Un’isola quasi misteriosa.

«La tournée è stata un’esperienza speciale che mi ha fatto capire che accanto alla Sardegna inventata della Costa Smeralda, più o meno conosciuta da tutti, ce n’è un’altra meravigliosa che nessuno o quasi conosce _ racconta il cantautore milanese _. In questi mesi in giro per l’isola ho imparato ad apprezzare tante cose della Sardegna. Ho visto quanto ancora è legata alle tradizioni, alle culture del passato, alle storie degli antenati, al territorio. E anche alle sagre. Qui le feste hanno quella valenza che nel resto d’Italia, eccezion fatta per qualche area della Puglia e delle Alpi, si è un po’ persa».

Dai primi di giugno Vecchioni e gli Istentales si sono esibiti in diverse feste patronali, da nord a sud. Il concerto di ieri a Budoni è saltato causa pioggia ma sarà recuperato il 16. Il 9 settembre toccherà a Oschiri, il 17 a Decimoputzu, il 29 a Sant’Antonio di Gallura, mentre il 2 ottobre l’ultimo appuntamento sarà a Masainas, nel Sulcis. «Ho visto luoghi davvero meravigliosi. Da Muravera a Orgosolo, ho conosciuto a fondo una Sardegna che va oltre l’immaginario comune. E’ stato bellissimo ascoltare dalle voci dei sardi i racconti sugli anni difficili, sui sequestri di persona, sulle lotte, da quelle per l’acqua a quelle per il lavoro. Un popolo, a mio avviso, lo possiamo giudicare solo dopo averlo studiato e capito. Io quest’estate ho cominciato a farlo. Ho visto una Sardegna che ancora oggi combatte per il lavoro, per la vita. Basta vedere quello che sta accadendo ai minatori del Sulcis».

L’apprezzamento di Vecchioni per l’isola non poteva non comprendere la musica sarda. «Subisce le influenze spagnole, baleari, ma, a differenza della musica del Sud Italia, è meno “tarantellata” e contiene tante parole. Le canzoni sarde raccontano storie: dall’amore al dolore, alle lotte per la terra». L’incontro tra Vecchioni e gli Istentales risale a un anno fa, all’edizione 2011 di “Voci di maggio”, la kermesse culturale che il gruppo guidato da Gigi Sanna organizza dal 2000. «Da una semplice ospitata è nato questo grande progetto _ continua il racconto il cantautore milanese, incontrato a Olbia all'hotel Ambrosio La Corte _ . Dopo “Voci di maggio” Gigi mi ha proposto una collaborazione e io ho detto subito sì. All’inizio dovevano essere 3 o 4 serate, ma alla fine sono diventate più di 10. Lui sul palco canta le sue cose, io faccio le mie con il suo supporto. La gente, mi sembra, abbia apprezzato. Tra i miei fan, quelli degli Istentales e i curiosi ogni serata raccoglie tra le 4 e le 5mila persone».

Il rapporto tra Vecchioni e gli Istentales non si esaurirà con la fine del tour estivo. «Con Gigi abbiamo delle idee per il futuro, anche da portare al di là del Tirreno. Progetti che vanno oltre i concerti. Noi vorremmo dare voce alla Sardegna. A quella che sta lottando tenacemente per conservare il lavoro e per avere un futuro migliore». Nell’agenda di Roberto Vecchioni ci sono, però, anche un romanzo, una tournée nei teatri, l'insegnamento all’università di Pavia e, molto probabilmente, anche nel talent “Amici”. «Non ho ancora firmato nulla, ma sto riflettendo sulla possibilità di partecipare allo show. Di certo, non andrò a cantare, ma proverò a insegnare agli allievi cosa è la musica. Non mi spaventa andare da Maria De Filippi. E’ una trasmissione come altre. D’altro canto, anche Sanremo era uno show nazional-popolare». L’Ariston, dove ha trionfato nel 2011 con “Chiamami ancora amore”, non rientra invece nei suoi programmi futuri. «Non credo che ci tornerò. Sanremo resta per me un piccolo oggetto prezioso che custodisco gelosamente. Un’esperienza unica, bellissima, che però non deve diventare un’abitudine. Certo _ conclude _ se poi avessi la canzone giusta potrei anche farci un pensierino». Chissà, magari con gli Istentales al suo fianco.

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