La Nuova Sardegna

«Dio? Idea comoda per l’inspiegabile»

di Serena Lullia
«Dio? Idea comoda per l’inspiegabile»

L’astrofisica Margherita Hack difende l’ateismo in un dibattito a Porto Cervo

13 agosto 2012
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INVIATO A PORTO CERVO. L'età rallenta il ritmo delle parole, ma non le rende meno ruvide. Margherita Hack, santa patrona della scienza, una vita consacrata al dio della ricerca, viene scelta dall'Istituto religioso Euromediterraneo per il dibattito su fede e scienza. Dalle stelle del cielo, l'astrofisica toscana approda nel cuore del borgo delle star.

La semplicità dell'ateismo convinto della Hack conquista il pubblico. Poco importa se in prima fila ci sia il vescovo Sebastiano Sanguinetti e molto uomini di Dio. Quel Dio che per la Hack proprio non esiste. «L'idea di Dio nasce per spiegare ciò che la scienza non sa spiegare – dice –. La scienza dice cosa sono le stelle, come funzionano. Sappiamo ricostruire l'album di famiglia dell'universo ma non sappiamo dire perché sia fatto così. Ed ecco che si è inventato Dio. Dio è comodo, troppo comodo. Ma è una idea infantile, come Babbo Natale». Parole che tagliano il fiato . E scatenano la difesa di Dio del filosofo Aldo Natale Terrin. «È riduttivo e offensivo paragonare Dio a Babbo Natale – dice –. Dio per un credente ha una funzione enorme, un valore forte che fa parte della sua vita. La vita non è solo fattualità».

Il tentativo di trovare un punto di incontro tra fede e scienza si dimostra un’impresa ardua. Si lancia nella missione don Raimondo Satta, direttore dell'Istituto Euromediterraneo. «Qualche giorno fa una bimba di 9 anni è morta annegata – ricorda Satta –. Penso al dolore della madre, del padre. Se la morte fosse così naturale, legata solo alla materialità, perché si prova dolore». Neanche la morte riesce nel miracolo. La scienziata la sintetizza in una formula di pura materialità. «La morte è naturale – afferma –. Quella di un bimbo è innaturale, ma Dio non c'entra. Quando sono morti i miei genitori non ho sofferto. Pensare che li ritroverò è assurdo. Quando morirò le mie particelle se ne andranno in giro. Magari serviranno per fare un tavolo, una statua, un gatto». Applausi. Il dibattito fra fede e scienza resta aperto. L'astrofisica viene presa d'assalto dalla gente. Si sottopone al rito vippaiolo della foto-ricordo. Mentre le sue amate stelle contemplano la scena dall'alto e gli dei del lusso riposano sugli yacht ancorati al molo vecchio.

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