La Nuova Sardegna

Peru si difende: «Non ho favorito Dore»

di Nadia Cossu
Peru si difende: «Non ho favorito Dore»

Il consigliere regionale nega di avere esercitato pressioni politiche per fare ottenere all’Aion i locali all’ospedale di Ittiri

08 agosto 2012
5 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Appassionato di matematica, fisica e chimica, affascinato dalle discipline che hanno in qualche modo a che fare con i numeri. A maggior ragione se proprio attraverso i numeri è possibile interpretare alcuni processi naturali. Per questo Antonello Peru, consigliere regionale del Pdl, aveva deciso di frequentare le famose “lezioni del lunedì”, tenute dal neurologo Giuseppe Dore e da altri suoi collaboratori nella sede dell’Aion a Ittiri. Quella stessa struttura che poi è finita nell’inchiesta della procura di Sassari, ribattezzata con il nome di «lager». Una residenza dove i malati di demenza e di Alzheimer sarebbero stati picchiati e maltrattati. Perché così prevedeva la rivoluzionaria terapia della psiconeuroanalisi promossa proprio da Dore.

Antonello Peru dal gip. Ieri mattina, abito blu, camicia bianca, viso pallido ma sempre sorridente, Peru è arrivato in tribunale intorno a mezzogiorno insieme ai suoi avvocati Marco Enrico e Luigi Esposito. Combattivo, pieno di energia, impaziente. «È la prima volta, in tutta la mia vita, che metto piede in un tribunale. E lo faccio da innocente» ha detto prima di entrare nell’aula del gip Carla Altieri. Tra le mani degli avvocati una cartella gonfia di documenti, delibere, atti, memorie. Un faldone indispensabile ai legali per controbattere alle accuse del pm Michele Incani.

Le accuse. Peru, secondo la Procura, avrebbe favorito l’Aion ricorrendo alle sue conoscenze personali (i direttori generali dell’assessorato regionale alla Sanità e della Asl di Sassari) per consentire all’associazione di elevare a livello nazionale – e senza accreditamento scientifico – la terapia del dottor Dore, con il conseguente giovamento economico di tutti i partecipanti al sodalizio. Attraverso la politica – tutte accuse ripercorse ieri dalla difesa – l’associazione avrebbe in pratica potuto reperire le risorse pubbliche e le strutture indispensabili per consentire al dottor Dore di accogliere i pazienti (il riferimento è all’intera struttura dell’ospedale Alivesi di Ittiri). E gli introiti complessivi sarebbero poi confluiti nella casa editrice Saturno alla quale – a detta di Davide Casu (l’uomo che con la sua denuncia ha fatto partire le indagini) – partecipava anche il consigliere regionale di Sorso. «Già inizialmente dunque – hanno spiegato i legali della difesa – secondo il pm, Peru si era impegnato per la “definizione” della delibera con la quale l’Asl di Sassari aveva concesso in comodato alcuni spazi all’interno dell’ospedale di Ittiri». Cosa che secondo Casu «avvenne nel giro di pochissimi giorni».

La difesa. Totalmente falso per gli avvocati Enrico ed Esposito: «Il presidente dell’Aion ha presentato domanda per ottenere alcuni locali dell’Alivesi per consentire all’associazione di riunirsi. E dopo ben 69 giorni, e non dunque in pochissimi giorni, l’Asl ha concesso in comodato (e non in convenzione) all’Aion alcune camere, inutilizzate e in stato di degrado, per un periodo di tre anni e con obbligo di ristrutturazione, decoro, pulizia, custodia e pagamento bollette della luce». Stando ai legali la procedura amministrativa avrebbe dunque seguito l’iter regolare, «con sopralluogo degli uffici competenti». E sottolineano i difensori anche il fatto che «l’impegno istituzionale della maggioranza regionale, di cui Peru è parte integrante, è diretto a mantenere la struttura ospedaliera di Ittiri attraverso la sua riconversione in un reparto di lungodegenza».

I finanziamenti pubblici. In merito invece ai finanziamenti pubblici che dovevano confluire all’Aion («attraverso le amicizie di Peru» e in particolare l’Asl che avrebbe dovuto, secondo Casu, predisporre un bando di ricerca blindato) la difesa replica: «L’Asl non ha alcuna possibilità giuridica di predisporre bandi e non trasferisce risorse alla Regione ma, semmai, incamera denaro pubblico con destinazione vincolata». Per tutte queste ragioni è stata chiesta la remissione in libertà di Antonello Peru: il giudice si pronuncerà dopo aver sentito il parere del pm.

Gli altri interrogatori. Ieri è stata anche la volta del medico Massimo Lai, difeso dagli avvocati nuoresi Antonello Cao e Rinaldo Lai e accusato di «essersi prestato alla divulgazione a livello nazionale del protocollo terapeutico della Psiconeuroanalisi in occasione di convegni e meeting, contribuendo alla divulgazione di dati inattendibili sull’effettiva efficacia della terapia e inducendo numerose persone a contattare l’associazione anche per poter sottoporre i congiunti malati a visite a pagamento». Antonello Cao ha parlato per oltre un’ora davanti al gip e anche il suo cliente ha reso dichiarazioni: «Come può essere concorrente morale se nulla sapeva? Avrebbe istigato altri a commettere il reato di vessazioni e violenza? Impossibile perché non aveva contatti con i parenti. Non ha mai visitato pazienti, andava solo ai congressi e anticipava le spese di viaggio, ha spiegato le lezioni di Dore per cinque mesi, una volta alla settimana». Massimo Lai ha riferito alla Altieri di essere semplicemente un uomo di scienza e di essersi avvicinato a Dore e all’Aion perché mosso dalla curiosità, assolutamente affascinato da questo metodo innovativo che cambierebbe la sistematica generale ipotizzando – «come d’altronde altri in medicina hanno dimostrato» ha aggiunto il suo avvocato – una correlazione tra psiche e sviluppo delle malattie.

Ed è stata sentita dal giudice anche Stefania Serra, segretaria dell’Aion, assistita dall’avvocato Franco Luigi Satta. Lei, come scritto nell’ordinanza, avrebbe «fornito indicazioni sulla terapia e preso i contatti con i parenti dei malati e fornito false indicazioni sulla guarigione della propria madre». Anche in questo caso la difesa ha insistito sull’assoluta estraneità della donna che si sarebbe avvicinata all’associazione dopo aver visto i miglioramenti di sua madre, in cura da Dore. E non avrebbe mai assistito ad alcun episodio di violenza.

Interrogatorio anche per Carolina Greco, giovane donna di Senigallia domiciliata a Ittiri, difesa dall’avvocato Ennio Casu. Anche lei ha respinto tutte le accuse che la riguardano. In particolare, in qualità di socio fondatore dell’associazione, quella «di aver inserito nei siti internet e nei blog false testimonianze sulla guarigione dei malati».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
Meteo

L’isola si risveglia in pieno inverno: Bruncuspina a -3° e tetti imbiancati a Fonni

di Salvatore Santoni
Le nostre iniziative