La Nuova Sardegna

Sulcis, 4mila posti di lavoro in forse

di Erminio Ariu
Sulcis, 4mila posti di lavoro in forse

Positiva la svolta per Eurallumina. Ma la soluzione per Alcoa, ex Ila e Carbosulcis non sembra affatto vicina

05 agosto 2012
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PORTOVESME. Tra alti e basi, accordi di programma e manifestazioni di interesse, l’industria pesante del Sulcis Iglesiente, con contenute iniezioni di ossigeno, rimane sempre in sala rianimazione. Le tre aziende – Alcoa, Eurallumina e Carbosulcis - che reggono il tessuto economico del territorio continuano ad agitare bandiera bianca, in attesa di soluzioni ancora da intravedere. Sul carbone è scontro aperto tra i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil e l’assessore regionale Alessandra Zedda sul progetto integrato. Il sindacato ritiene che le responsabilità dell’annunciato fallimento del ricadano sulla Regione e sulle nomine tecniche da essa effettuate per gestire la miniera e nel predisporre il progetto stesso.

La motivazione principale per cui la legge 99/09 ed il progetto integrato Miniera-Centrale, presentato dalla Sotacarbo si ritiene venga bocciato dalla Commissione Europea, contrariamente a quanto sostenuto da parte italiana, è nella delibera CIP 6 non può ritenersi rilevante base giuridica della misura in questione. La delibera infatti , definisce, tra le altre cose, le disposizioni in materia di sostegno alle fonti energetiche “assimilate” a quelle rinnovabili. La definizione di fonti assimilate include “i combustibili fossili prodotti da giacimenti minori isolati”. Il concetto di “giacimenti minori isolati”, originariamente assente nella delibera CIP 6, è stato introdotto da un decreto del ministero dell'Industria e recita: «Un giacimento viene considerato minore isolato quando l'entità accertata del giacimento è inferiore a 0,5 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e per ragioni tecniche od economiche il combustibile estratto non è direttamente inseribile nella fase di distribuzione». I giacimenti carboniferi del Sulcis sono i più estesi d'Italia (secondo le stime recenti le riserve del territorio del Sulcis ammontano a 600 - 1 000 milioni di tonnellate). La sola miniera Nuraxi Figus ha riserve accertate pari a 50 milioni di tonnellate). « In tali condizioni_ avverte Roberto Puddu _ il progetto non passerà. Daranno quindi le responsabilità al governo nazionale ». Si vede nero ancora per Alcoa dove si sta cercando nell’ambiente industriale una multinazionale attrezzata a far marciare le celle elettrolitiche per la produzione di alluminio primario. Nella fase preliminare della trattativa di compra-vendita si è individuato un acquirente, senza titoli, e ad un mese dalla scadenza dei termini, posta dalla multinazionale americana, Aurelius si è ritirata lasciando sgomenti i lavoratori. Si rischiano 1000 posti di lavoro.

Venerdi sera invece Eurallumina sembra aver sollevato le testa e si annunciano tempi migliori. Rusal, Mise e Regione hanno stretto un patto di alleanza per il finanziamento del piano industriale e, a fine settembre, si dovrebbe arrivare alla conclusione di un percorso che ha come fine ultimo la ripresa produttiva di ossido di alluminio. Giudizio sospeso per l’ex Ila, oggi Port.Al, stabilimento per la produzione di laminati in alluminio. Sono 156 dipendenti diretti e quasi 150 nelle imprese di appalto. L’impianto è nelle mani di Ninetto Deriu, imprenditore di Iglesias, che sta migliorando il look dei vari reparti. La fabbrica è rimasta chiusa tre anni ed ora si sta lavorando per riprendere la produzione. Fino ad oggi non c’è un piano industriale ufficiale. Si parla di produzione di laminati in alluminio, di prefabbricati per cantieri navali, d’abolizione della linea dei verniciati per far posto all’alluminio laccato e alla costruzione di yacht. I tempi si preannunciano lunghi soprattutto per fare il tagliando ad un impianto rimasto fermo per 36 lunghi mesi. Il Sulcis Iglesiente con queste 4 iniziativa industriali si gioca quasi 4 mila posti di lavoro.

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