La Nuova Sardegna

Botte per curare l’Alzheimer

di Gianni Bazzoni
Botte per curare l’Alzheimer

Sassari, arrestate dai carabinieri quindici persone: tra loro quattro medici e il consigliere regionale Antonello Peru (Pdl)

04 agosto 2012
5 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Il santone è un neurologo, Giuseppe Dore, che da tempo fa discutere. Poi c’è quello che chiamano il maestro, Salvatore Fadda, un suo collaboratore messo a capo della Onlus. Il mostro, così lo definiscono, invece, è un compagno di infanzia, Davide Casu, con il quale il medico ha creato l’Associazione italiana operativa neuropsichiatrica (Aion): poi il sodalizio si è rotto ed è stato lui - con la sua testimonianza - a fare scattare l’inchiesta sui presunti maltrattamenti e violenze ai danni di malati di Alzheimer (nelle ultime settimane l’ordine nell’Aion era quello di indicarlo come unico responsabile delle violenze). Quindi l’uomo politico: il consigliere regionale del Pdl, Antonello Peru. Sono solo alcuni dei personaggi che si trovano nel «percorso degli orrori» tracciato dai carabinieri del nucleo investigativo del Reparto operativo del comando provinciale di Sassari nell’operazione «Lager». Ieri all’alba sono state eseguite 15 ordinanze di custodia cautelare: cinque in carcere e dieci ai domiciliari, oltre a cinque perquisizioni per un totale di altri sei indagati. In mezzo ci sono quattro medici neurologi e il noto esponente politico di Sorso, componente della commissione regionale Sanità, per il quale è stata disposta la detenzione domiciliare. In carcere sono finiti: Giuseppe Dore, 43 anni di Ittiri, il medico-santone promotore dell’iniziativa; Marinella D’Onofrio, 52, Sassari, neurologo, sua diretta collaboratrice; Salvatore Fadda, 43, Ittiri, presidente dell’Aion; Maria Giuseppa Irde, 46, Bonorva, vice presidente e tesoriere dell’associazione; Ornella Bombardieri, 62, Roma, familiare di un paziente. Ai domiciliari, oltre a Antonello Peru, si trovano: Massimo Lai, 47, Olbia, neurologo; Gianfranco Dettori, 33, Sennori, neurologo; Stefania Serra, 37, Sassari; Andrea Di Carlo, 35, Grottaferrata; Carolina Greco, 35, Senigallia; Verusca Panara, 40, Bucchianico; Cosimo Sarra, 68, Dolianova; Alfonso Di Stavolo, 47, Roma e Federico Belli, 64, Tortoreto, tutti familiari di pazienti e, in qualche caso, anche assistenti.

Le accuse. Agli indagati sono stati contestati i reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e ai maltrattamenti ai danni di disabili mentali, sequestro di persona, lesioni personali. Per Peru, l’ordinanza del gip spiega che «non vi è alcun dubbio per la partecipazione alla realizzazione delle truffe, mentre non si ritengono raggiunti sufficienti gravi indizi di colpevolezza in ordine ai maltrattamenti, ai sequestri di persona e alle lesioni». Tra gli indagati c’è anche Davide Casu, 41 anni, l’ex amico di Giuseppe Dore che, dopo essersi autoaccusato di parte dei reati, ha collaborato con gli investigatori aprendo la strada alla clamorosa inchiesta.

Le case-lager. Abitazioni prese in affitto - tra Sassari e Ittiri - per creare luoghi della speranza dove curare malati di Alzheimer e disabili mentali più in generale, con una terapia mai validata scientificamente. Il tutto sotto la copertura formale di una associazione, la Aion Onlus, nata con finalità di solidarietà e assistenza sociale e, invece, secondo quanto emerso dall’inchiesta della procura, trasformata in una organizzazione a scopo di lucro. I profitti arrivavano da pseudo visite specialistiche (da 60 a 150 euro, spesso senza ricevuta) e prestazioni professionali, dalle donazioni dei familiari dei pazienti e dalle vendite delle pubblicazioni di una società editrice. Ma la parte più consistente della torta sarebbe dovuta arrivare dai contributi della Regione per progetti di collaborazione con l’Azienda sanitaria locale di Sassari, con il progetto di creare a Ittiri, all’ospedale “Alivesi”, un centro di ricerca mondiale per combattere l’Alzheimer.

Un’ala di ospedale. Il procuratore capo della Repubblica Roberto Saieva, che ha seguito direttamente l’inchiesta insieme al sostituto Michele Incani, ha detto che Peru «si è speso molto per questa associazione», anche ricorrendo alle conoscenze personali con l’allora direttore generale dell’assessorato alla Sanità Massimo Temussi, e con il direttore generale dell’Asl Marcello Giannico. Il consigliere regionale si sarebbe impegnato a fare stipulare la convenzione tra l’Asl di Sassari e l’Aion (delibera 912 del 7 dicembre 2011) per la concessione di un’ala dell’ospedale “Alivesi” di Ittiri: 250 metri quadri da ristrutturare per accogliere futuri progetti dell’associazione. L’esponente politico avrebbe anche agito per ottenere dall’Asl la stesura di un bando “blindato”, con particolari requisiti, in modo che potesse essere favorita l’Aion. Proprio il consigliere regionale avrebbe ottenuto in due giorni la registrazione dell’associazione nell’Albo di volontariato, operazione che richiede 5-6 mesi (perchè sono necessarie delle verifiche).

Il Dore-pensiero. La terapia innovativa elaborata dal neurologo Giuseppe Dore veniva applicata dai suoi più stretti collaboratori (nessuno dei quali abilitato alle pratiche mediche), ma anche dagli stessi familiari consenzienti dei pazienti (per gli altri scattava il divieto di incontrare i propri cari: le emozioni avrebbero prodotto «effetti negativi»). Per gli esperti - alcuni di fama internazionale - la scoperta di Dore sarebbe una miscela di nozioni di neurologia, anatomia, psicologia (alcune grossolanamente sbagliate), esoterismo e astrologia. Spazio anche alla cabala. Tutto sul suo libro «Psiconeuroanalisi dell’istero-demenza», che poi sarebbe la sua tesi di laurea, edito dalla Saturno, una casa editrice che fa capo al fratello Salvatore, in vendita a 35 euro. Tutti i familiari dei pazienti dovevano acquistarlo.

L’inchiesta. Il lavoro degli investigatori è cominciato lo scorso mese di aprile. I carabinieri del comando provinciale hanno raccolto le confidenze di Davide Casu, che ha deciso di tirarsi fuori da una brutta storia. Ha ammesso le sue responsabilità e ha raccontato tutto. Così l’operazione «Lager» ha preso corpo, anche se ha rischiato di saltare almeno un paio di volte, quando i carabinieri guidati dal colonnello Gabriele Stifanelli e dal maggiore Giuseppe Urpi sono dovuti intervenire di fronte alle violenze su due pazienti per scongiurare conseguenze tragiche. Il 4 giugno erano stati già arrestati Cosimo Sarra e Maria Trusca: avevano costretto a gravi vessazioni fisiche e psicologiche una paziente finita in ospedale. E si è giocato a carte scoperte.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
Calcio Serie A

Al Cagliari non basta un gran primo tempo: finisce 2-2 la sfida con la Juve

di Enrico Gaviano
Le nostre iniziative