La Nuova Sardegna

Autonomia a rischio, lo Stato «confisca» le tasse dell’isola

di Alfredo Franchini
Autonomia a rischio, lo Stato «confisca» le tasse dell’isola

Per i prossimi cinque anni congelata la quota di gettito aggiuntivo. Riservati alle regioni autonome i maggiori tagli

31 luglio 2012
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CAGLIARI. La brutta sorpresa per la Sardegna viene dalle pieghe del decreto emanato dal direttore delle Finanze e dal Ragioniere dello Stato: per i prossimi cinque anni la Regione può dire addio alla quota del gettito aggiunto sui tributi. E’ accaduto che le ultime due manovre finanziarie del governo avevano previsto per le regioni Autonome maggiori entrate ma il decreto del direttore delle finanze e Ragioniere dello Stato, (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 26 luglio), ha bloccato tutto: per i prossimi cinque anni sarà lo Stato a trattenere la quota di gettito, (sette decimi dell’Irpef previsti dalle norme statutarie). Altro che vertenza entrate! Per la Sardegna è l’ultimo colpo su cui si sta sviluppando la polemica sulla necessità di operare un assestamento di bilancio. Per la Regione, infatti, è stato confermato il taglio di circa quattrocento milioni di euro, come riportava la Nuova di domenica scorsa. Il problema è più che mai politico perché lo Stato è da una parte un implacabile esattore e dall’altro un debitore cronico per via della vertenza entrate non risolta nonostante la pronuncia della Corte dei conti. Il commissario governativo Sandro Bondi ha calcolato per la Sardegna un eccesso di spesa pari a 185 milioni di euro che comporta un taglio di risorse di 309 milioni. Un colpo alla Sardegna ma anche alle altre regioni speciali. La Sardegna, infatti, è assieme alla Sicilia la regione da cui il governo Monti si aspetta i maggiori risparmi con il decreto sulla spending review. Secondo una tabella pubblicata ieri dal Sole 24 Ore la Sardegna ha un eccesso di spesa dell 18,1% sul totale del comparto regioni. Ben più consistenti sono gli «eccessi» attribuiti alla Sicilia: 526,9 milioni di euro (il 51,8% della spesa del comparto), per un taglio atteso di 880,3 milioni di euro. Tagli anche ai bilanci del Friuli (168 milioni), Provincia di Bolzano (165 milioni), Valle d’Aosta (151 milioni), Trento (21,5 miilioni), Trentino (3,5 milioni).

Il Consiglio regionale è diviso tra coloro che chiedono alla giunta di procedere subito a un assestamento di bilancio, (e tra questi c’è il presidente della commissione Programmazione, Pietrino Fois), e chi preferisce temporeggiare.

L’assessore al Bilancio Giorgio La Spisa spiega: «Se il quadro dovesse restare così possiamo stimare un obbligo di accantonamento in bilancio di novanta milioni, con un riduzione della stessa cifra del plafond legato al patto di stabilità». A questa cifra si potrebbe aggiungere un ricalcolo delle riserve erariali (le imposte dovute al governo) per 160 milioni. La Spisa ha spiegato che se la riduzione per la Sardegna dovesse raggiungere queste dimensioni non inciderebbe sulle azioni messe in campo perché il totale dello stanziamento in bilancio (oltre sette miliardi) è superiore della somma complessiva programmabile per effetto dei del patto di stabilità. «È’ ovvio che la Sardegna, in sede politica, le iniziative a difesa delle prerogative previste dalla Statuto di autonomia», assicura La Spisa.

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