La Nuova Sardegna

Costa Smeralda, l’emiro cambia squadra

di Guido Piga
Costa Smeralda, l’emiro cambia squadra

Nessuna rivoluzione soft: via gli americani, restano soltanto gli italiani Carraro e Pasqualone, presto altri scossoni

18 luglio 2012
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PORTO CERVO. Ecco gli arabi, via gli americani. Altro che rivoluzione soft: il Qatar si è preso il 100% della Costa Smeralda e, zitto zitto, ha cambiato anche la squadra degli amministratori. La nuova stagione delle società proprietarie di Porto Cervo è messa nero su bianco nelle delibere dei loro consigli d’amministrazione e da ieri disponibili alla camera di commercio. Tutti, politici e partner privati, dovranno familiarizzare con nomi difficili da pronunciare, da Al Sowaidi a Bin Yusof.

I dirigenti americani legati a Barrack, e nominati solo lo scorso febbraio, sono spariti dall’organigramma. Restano gli italiani, Franco Carraro e Mariano Pasqualone, resi potenti dallo stretto rapporto (ormai concluso) con il gruppo Unicredit. Ma tutte le soluzioni sono possibili: l’incarico dei nuovi manager scadrà il 31 dicembre 2012, solo tra cinque mesi.

Dal Lussemburgo all’Olanda. Una piccola premessa per inquadrare la svolta. La società proprietaria della Costa è Smeralda holding, una srl detenuta al 100% dalla Qh Smeralda investment. Un’altra srl che, a sua volta, è posseduta interamente dalla Qatar Holding Netherlands, la cassaforte olandese della famiglia reale Al Thani. Nella catena di controllo della Costa Smeralda non c’è più, dunque, la lussemburghese Colony Sardegna di Barrack.

I cda parlano arabo. Tutti pensavano che sarebbe cambiato poco o niente nelle società di Porto Cervo. Invece è avvenuto il contrario. La capogruppo Smeralda holding srl ha mutato faccia. Via David Monahan, Jonathan Gruzweig e Thomas Frederick Harrison, i dirigenti americani scelti da Barrack soltanto quattro mesi fa. Dentro il cda gli uomini del Qatar: Navid Chamdia (39 anni, pakistano), Mohammed Saif Al Sowaidi (31 anni, qatariota), Muhammad Ali Ridzwan Bin Yusof (38 anni, malese), Hugo Jacobus Maria Gerritsen (57 anni, olandese). Riconfermato nel suo ruolo (e nei suoi poteri) Franco Carraro. L’operazione è stata ripetuta anche nel cda di Sardegna resorts, la srl che ha la proprietà diretta degli hotel e, indirettamente, il 51% dei terreni inedificati (il 49% resta a Starwood, la società che mantiene la gestione delle strutture alberghiere).

Data di scadenza. La rivoluzione sembra solo agli inizi. Per capirne la portata bisogna fare un passo indietro e tornare allo scorso febbraio. In quel mese Barrack nominò i manager di sua fiducia e, per spegnere le voci che lo davano in partenza, affidò all’ufficio stampa un compito proibitivo: quello di far credere che lui sarebbe rimasto in Costa Smeralda per anni e anni. Per suggellare la sua volontà venne diffuso anche un comunicato. E questo nonostante le trattative per la cessione al Qatar fossero molto più che avviate: l’emiro aveva già preso possesso del 14% della Costa Smeralda e, in segreto, erano stati costituiti in Lussemburgo i veicoli per chiudere l’affare, un’operazione poi conclusa ad aprile.

Rispetto a febbraio, poi, c’è un’altra novità. Quel cda a stelle e strisce aveva la scadenza nel 2014, quello appena rinnovato e targato Qatar a fine anno. Che cosa succederà il prossimo Natale?

Il ruolo di Carraro. I consigli di amministrazione di Smeralda holding e Sardegna Resorts hanno attribuito a Carraro il ruolo di presidente e hanno affidato a Mariano Pasqualone (insieme a Stefano Morri) alcune deleghe pesanti. La proposta è stata avanzata da Al Sowaidi, che è l’uomo di fiducia dell’emiro Al Thani.

Carraro, quindi, è ancora in sella. È significativo che i cda delle due società, per dargli i poteri, si siano riuniti nella Banca del Mezzogiorno, l’ex Mcc, banca che vantava un credito di oltre 200 milioni dal gruppo Costa Smeralda.

Masterplan e Consorzio. Durante il concerto di Elton John, Carraro ha accennato alle linee guide dello sviluppo: è pronto un masterplan da 600mila metri cubi, con due nuovi hotel, uno a 4 stelle per una clientela giovanile un altro a 5 stelle. Ma il Qatar punterebbe molto sul Consorzio: un marchio e un organismo che torneranno al centro di tutto. Come 50 anni fa.

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