La Nuova Sardegna

Turismo nei fari e nelle torri: in 30mila cliccano “mi piace”

Turismo nei fari e nelle torri: in 30mila cliccano “mi piace”

Successo del sito della Conservatoria delle Coste dove i cittadini erano invitati a dire la loro sul futuro di una quindicina di strutture di pregio sparse nell’isola

12 luglio 2012
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di Anna Sanna

«A chi piacerebbe essere confinato per un mese intero, e forse più, in tempo di burrasca, sopra una roccia grande quanto un campo da tennis? E non ricevere né lettere, né giornali, ma stare sempre a guardare gli stessi marosi? A chi piacerebbe?». Erano gli anni Venti e la signora Ramsay, protagonista del romanzo di Virginia Woolf “Gita al faro”, descrive in termini ben poco accattivanti la vita nei fari, spesso costruiti su isolette sperdute o su promontori lontani dai centri abitati. Eppure, oggi in tutto il mondo – dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna, passando per la Norvegia, l’Olanda e la Croazia – le sentinelle del mare richiamano sempre più turisti, affascinati da vacanze da sogno in strutture che hanno illuminato per anni le rotte dei naviganti. In Sardegna al momento l’unico faro in cui è possibile prenotare un soggiorno è quello di Capo Spartivento, trasformato in una guest house di lusso. Presto però potrebbero aggiungersi altre strutture, quelle del programma “SardegnaFari” della Conservatoria delle coste della Sardegna. Il progetto ha l’obiettivo di rilanciare quindici siti per trasformarli in strutture ricettive e museali anche attraverso eventuali concessioni a privati per la realizzazione di servizi. Un patrimonio - prima gestito dalla Marina Militare, e alla fine del 2011 affidato con delibera della Giunta regionale alla Conservatoria - tra cui spiccano i fari di Santa Maria e Razzoli alla Maddalena, di Capo d’Orso a Palau, Capo Mannu a San Vero Milis, Punta Scorno all’Asinara oltre a torri costiere del XVI secolo ed ex stazioni semaforiche sparse per tutta l’isola. Da questa estate sarà aperta al pubblico, ma non per pernottare, Torre Grande a Oristano, che diventerà il punto di riferimento del sistema regionale delle torri costiere, mentre per le altre strutture si attende il via libera della Giunta sui progetti, atteso entro settembre. Per ora, quindi, niente nottate romantiche da trascorrere alla luce del faro, «ma – assicura il direttore della Conservatoria Alessio Satta – i progetti di recupero prevedono che si potrà soggiornare in tutti i fari, tranne nelle torri in cui non ci sono le condizioni anche perché non ci si dormiva neanche in passato». All’estero il recupero ha sempre riguardato singoli fari, e questo è il primo caso in Europa in cui si interviene con un progetto organico su un numero così elevato di strutture. Il programma punta alla creazione di una rete tra i siti interessati, con un investimento tra i 15 e i 20 milioni di euro che oltre al turismo vuole valorizzare anche la funzione identitaria di questi beni, testimonianze preziose della cultura del mare e della navigazione, luoghi di storie e di memorie. Così per esempio a Punta Scorno, in accordo con la Marina militare, sarà realizzato uno spazio dedicato al ricordo della corazzata Roma, che fu vista affondare proprio dalla punta estrema dell’Asinara. A Capo Sperone, punto di osservazione importantissimo, il progetto sarà legato al tema della navigazione mentre a Capo Mannu è prevista una struttura museale. La risposta dei t. uristi non è mancata, con tantissime richieste già arrivate dai Paesi anglosassoni, dove è radicata la cultura di soggiornare nei fari, ma anche dal Nord Europa, in particolare dalla Germania. Sul blog “SardegnaFari” realizzato dalla Conservatoria, i cittadini sono stati chiamati a dire la loro sulle destinazioni d’uso delle singole strutture. Trentamila le risposte, con un cinquanta per cento a favore di un uso misto turistico-culturale, e soprattutto l’esigenza fortissima di vivere davvero il faro e l’esperienza dei faristi. Ma i prezzi di una vacanza saranno accessibili a tutti? «Ancora non è possibile stabilirli perché dipenderanno anche dai costi di ristrutturazione – risponde Satta - In Finlandia per esempio si può dormire con 100 euro a persona. Di sicuro non si tenderà all’hotel di lusso, quello lo escludiamo a priori».

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