La Nuova Sardegna

golfo aranci

«Appalti a un mafioso»: querelato

di Giampiero Cocco
«Appalti a un mafioso»: querelato

La giunta comunale denuncia il consigliere di minoranza Viola

06 luglio 2012
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GOLFO ARANCI. Parlare di mafia, alla Saviano, può essere pericoloso. È accaduto al consigliere di minoranza del Comune di Golfo Aranci, Andrea Viola, il quale – a furia di chiedere lo scioglimento dell’amministrazione comunale al ministero dell’Interno e di attaccare su Facebook, per le presunte collusioni con organizzazioni criminali, i colleghi di maggioranza – si è beccato una denuncia penale per diffamazione aggravata. La vicenda, che vede in prima linea il sindaco di Golfo Aranci Giuseppe Fasolino, i componenti della giunta Marco Del Giudice, Mario Mulas, Sebastiano Meloni, Giorgio Derosas e Gianni Astara, oltre al capogruppo di maggioranza Giuseppe Langella e ai consiglieri Isidoro Usai e Cristiana D’Alpa, è relativa ai lavori eseguiti, per conto dell’amministrazione comunale, da Salvatore Costanza, un imprenditore edile di San Giovanni Gemini finito in carcere a Palermo perché ritenuto appartenente alla famiglia mafiosa dei Cammarata. L’imprenditore, in due occasioni, ebbe modo di lavorare per conto dell’amministrazione comunale dopo aver vinto due gare d’appalto, per un importo complessivo di 20mila euro. Dopo l’arresto dell’uomo Andrea Viola, che è anche un legale, attaccò violentemente la maggioranza attribuendo ad essa un «ruolo di connivenza tale da creare forte preoccupazione in paese. Gente che difende i mafiosi, che mette in mezzo il paese per nascondere le proprie responsabilità, che dimentica la propria fedina penale perché la verita fa paura». Una serie di affermazioni, lanciate su Facebook, che non sono state gradite dall’amministrazione comunale, che ha dato mandato ai cassazionisti Franco Luigi Satta, Gerolamo Orecchioni e Giovanni Azzena di predisporre la querela nei confronti del consigliere-avvocato, denuncia che ieri mattina è stata depositata sul tavolo del procuratore della Repubblica di Tempio, Riccardo Rossi.

«Sarebbe bastato scorrere gli atti depositati in Comune perché fosse evidente – scrivono i legali – la totale assenza della mafia a Golfo Aranci e la assoluta e pretestuosa esistenza di qualsivoglia collegamento o condizionamento di essa rispetto agli organi collegiali dei quali l’avvocato Viola ha chiesto lo scioglimento». Ora il caso è nella mani della Procura .

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