La Nuova Sardegna

Gavettoni sui politici, a Nuoro i libri non vanno al rogo

di Luciano Piras
Gavettoni sui politici, a Nuoro i libri non vanno al rogo

Giovani contestatori fermano Deriu, Bianchi e Moro che manifestavano per salvare la Biblioteca Satta - VIDEO

08 giugno 2012
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NUORO. Un gavettone e una serie di insulti, «a questi buffoni fascisti di sinistra». Comincia nel peggiore dei modi il Bücherverbrennung nuorese, il rogo dei libri in piazza Satta. «Roba da criminali nazisti», urla un gruppetto di ragazzi e ragazze barbaricini underground. Le ore 20 sono passate da una ventina di minuti, ieri sera, quando due di loro entrano in azione, uno armato di secchio, l’altro con una bottiglia di plastica in mano, stappata. Rapidi e decisi scaricano l’acqua addosso a Roberto Deriu, Sandro Bianchi e Leonardo Moro. Fermati senza fargli dire neanche una parola, il presidente della Provincia, il sindaco di Nuoro e l’assessore comunale alla Cultura. I tre amministratori che hanno voluto questo evento-provocazione, «Cenere», che ha subito scatenato le polemiche. Prima su Facebook, poi sulla piazza, tra le pietre di Nivola.

Arrivano con un piccolo carico di libri da dare in pasto al fuoco, Deriu, Bianchi e Moro. Libri simbolo, o meglio: vecchi manuali d’uso per Windows mascherati con copertine fotocopiate a colori, del “Giorno del giudizio” di Salvatore Satta, del “Giorno della civetta” di Leonardo Sciascia, come pure della “Fenomenologia dello spirito” di Georg Wilhelm Friedrich Hegel e del “Pinocchio” di Carlo Collodi. Preparati – dicono i tre esponenti del Pd – dagli stessi dipendenti della biblioteca Satta per i quali è stato messo in scena questo teatro. Un gesto clamoroso, uno spettacolo shock pur di richiamare le attenzioni della Regione e tentare di salvare il futuro del Consorzio per la pubblica lettura Satta, ormai in balia del buono o del cattivo tempo che decide la giunta Cappellacci.

Ma l’idea di bruciare libri non piace a nessuno, neppure allo stesso centrosinistra che ha votato l’asse Deriu-Bianchi. Tant’è vero che le contestazioni in piazza Satta si moltiplicano. Qualcuno se la prende con i due ragazzi che non hanno dato tempo al tempo. Molti altri, invece, urlano addosso ai tre politici. Forti e decisi anche loro ad affrontare le critiche e a spiegare tanti perché. Centinaia i nuoresi riuniti nel cuore di Nuoro. Ci sono anche diversi giovani arrivati dal circondario, dalla Baronia. E c’è anche una squadra dei vigili del fuoco della caserma di Funtana Buddia, pronti a intervenire, qualora ce ne fosse bisogno. Il gavettone iniziale, tuttavia, ha già chiuso il caso e mai nessuno saprà se il presidente della Provincia, il sindaco e l’assessore comunale alla Cultura avrebbero mai dato fuoco veramente ai libri portati in piazza con la sacca di tela della biblioteca Satta.

«È la violenza che ha sopraffatto una manifestazione pacifica» spiega Leonardo Moro. «La nostra voleva essere soltanto una provocazione seria contro chi ci sta boicottando la cultura nuorese».

«Comunque sia è chiaro che abbiamo colpito nel segno – aggiunge Sandro Bianchi –: il successo dell'iniziativa è evidente». Nonostante la contestazione? «Volevamo attirare l’attenzione e ci siamo riusciti. Siamo consapevoli che per assicurare un futuro alla Biblioteca Satta dobbiamo salire sul traliccio... e così abbiamo fatto, come gli operai disperati che tentano di salvare il posto di lavoro. E pazienza se ci è costato un gavettone, pazienza, ora siamo sicuri che si parlerà di biblioteca...».

Roberto Deriu va anche oltre: «Di manifestazioni come questa, purtroppo, dobbiamo farne altre. Perché la verità è che questa città è sotto attacco e noi amministratori la dobbiamo difendere, anche se ci tirano l’acqua addosso».

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