La Nuova Sardegna

L’arte contestataria di Spartaco Sechi in mostra a Sassari

di Marco Vitali
L’arte contestataria di Spartaco Sechi in mostra a Sassari

Da martedì a Palazzo Ducale una ricca retrospettiva rende omaggio a un protagonista degli anni ’60 e ’70

28 aprile 2012
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SASSARI. Martedì 3 maggio alle 18 s'inaugura alla Sala Duce del Palazzo Ducale una mostra retrospettiva sul pittore Spartaco Sechi. L'iniziativa, programmata dall'Assessorato alle Culture e Turismo del Comune di Sassari, si inserisce nel programma del Maggio sassarese. Spartaco Sechi è un artista che ha operato nella Sassari degli anni '60 e '70, legato ad artisti ed intellettuali dell'epoca come Spada, Meledina, Piu e Domenico Panzino. È scomparso nel 1976 all’età di cinquantasei anni.

Suo padre, anarchico, aveva portato la famiglia fuori dalla Sardegna, a Savona, dove Spartaco nasce nel 1920. Da ragazzo frequenta la Scuola Superiore d'Arte del Castello Sforzesco a Milano e nei primi anni Cinquanta si trasferisce a Parigi, dove lavora per mantenersi come operaio e scaricatore. In questi anni collabora come illustratore con L'Umanitè, varie riviste femminili e con editori come Ducretet e Thompson disegnando alcune copertine di dischi, fra i quali il primo inciso da Violeta Parra nel 1956. Negli anni successivi trascorre dei periodi in Belgio, Olanda e infine in Germania. In questo lasso di tempo ha modo di approfondire la sua conoscenza delle correnti artistiche contemporanee e di conoscere, tra gli altri, Spreafico, Treccani e Mantica.

Ritorna a Sassari al principio degli anni '60, città dove i suoi genitori risiedono ormai da tempo, e inizia ad esporre in numerose mostre sia personali che collettive, presso le gallerie d'arte Il Leonardo di corso Umberto, La Lanterna di via Turritana e ancora la Galleria Pasialis di via Bellieni.

Nelle recensioni alle sue mostre viene posto spesso l'accento sullo spirito ribelle dell'artista, come scrive il critico Vittorio Riggio: "c'è una tensione contestataria - un momento romantico in effetti - che tende a distruggere… ma non in maniera sterile bensì attraverso un processo dialettico che contraddice e stimola la realtà stessa… Si direbbe che il Sechi intenda il campo pittorico come un campo di lotta e di conflitti dove forme e figurazioni debbono esprimere una rivolta costante".

La sua produzione è caratterizzata spesso da soggetti legati al lavoro operaio e contadino e dalla continua ricerca nella tecnica pittorica e nello studio delle avanguardie ed in particolare del cubismo.

La retrospettiva di Spartaco Sechi, curata e allestita dalla Eikon, dà visibilità all'opera di un artista che ha concretizzato il suo impegno civile attraverso uno stile colto e personale. È l'occasione per avviare una rivisitazione e rivalutazione della sua produzione artistica per ricollocarlo nella giusta prospettiva all'interno del suo periodo.

L'esposizione, che sarà affiancata da un breve catalogo con testo della storica dell’arte Marzia Marino, ripercorrerà, attraverso bozzetti, disegni e dipinti, la sua evoluzione artistica. In totale una sessantina di opere in mostra.

I suo dipinti risentono dell’influenza dei grandi pittori del Novecento, primo fra tutti Picasso al quale Sechi rende omaggio in modo evidente nelle sue opere. «La ricerca della pittura neorealista coincise - scrive Marzia Marino nel catalogo della mostra - paradossalmente, con il richiamo alla prepotente personalità di Picasso che gli artisti italiani riscoprirono a partire dal 1945 e che divenne tramite fondamentale per la presa diretta della realtà. Il Neorealismo di Spartaco Sechi parte da qui. L'artista pone l'uomo, quale esponente di una classe sociale e, soprattutto, quale essere umano, al centro della sua pittura. L'individuo nei dipinti di Spartaco Sechi diventa forza progressista della storia, elemento trainante di una rivoluzione in atto che vede nell'esasperato cromatismo, nel richiamo a Picasso e nel segno grafico, perentorio e robusto, gli strumenti più adatti a comunicare, strillare, gridare drammi e gioie esistenziali. La sua pittura è politica anche a prescindere dal soggetto rappresentato. La denuncia è funzionale alla solidarietà umana e non risparmia il proprio io e il proprio mondo interiore».

La mostra resta aperta sino al 9 giugno prossimo. Si può visitare dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 19,30 esclusi i festivi e il sabato pomeriggio.

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