La Nuova Sardegna

Alcoa, in arrivo la Cig anche senza l’accordo

di Erminio Ariu
Alcoa, in arrivo la Cig anche senza l’accordo

Il sindacato si sfila e non firma ma prevale la mediazione della Regione Si apre la strada degli ammortizzatori sociali con due possibili finestre

12 aprile 2012
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PORTOVESME. Il calice amaro della cassa integrazione i 500 dipendenti dello stabilimento Alcoa di Portovesme lo hanno dovuto mandar giù. Ieri pomeriggio, dopo quasi 5 ore di animata discussione, nella sede dell'assessorato regionale al lavoro, è stata trovata una soluzione per porre fine alla procedura di mobilità e inserire l'intero organico della fabbrica di alluminio primario in cassa integrazione. Non si può parlare di accordo perché i sindacati di categoria si sono sfilati. Si è chiusa quella finestra rimasta aperta, il 27 marzo scorso, nella sede del Ministero dello sviluppo economico, che rinviava a ieri, la trasformazione della mobilità, in Cig. Non è stata una trattativa facile. Si sono avuti momenti di alta tensione quando i segretari territoriali di Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto che l'assegno sociale venisse esteso anche ai 300 operai delle imprese di appalto. A riappacificare gli animi è stato l'assessore regionale al lavoro, Antonello Liori, che si è impegnato ad individuare, in seguito, strade alternative per gli operai delle imprese di appalto. L’assessore Liori ha voluto che la trattativa avvenisse nella massima trasparenza e per questo ha allargato la riunione ai giornalisti. Lo staff aziendale era composto dall'amministratore delegato di Alcoa trasformazioni, Giuseppe Toia, dal responsabile dello sviluppo, John Fontecchio e dal responsabile delle risorse umane Roberto Carboni. I tre hanno anche manifestato l'intenzione di abbandonare il tavolo delle trattative per un'incomprensione emersa sull'allagato tecnico presentato dalla multinazionale americana. Il provvedimento di cassa integrazione inizierà in due diversi periodi. O dal 1 novembre 2012 o dal primo gennaio dell'anno successivo e questa date sarebbero legate alla trattativa per il passaggio della fabbrica da Alcoa ad un altro gruppo internazionale che ha manifestato interesse ad acquisire lo stabilimento. Per il momento è rimasto insoluto il caso dei cinquantotto lavoratori interinali che per anni hanno operato con continuità in fabbrica in reparti produttivi o con competenze tecniche. Dopo anni di attività 58 giovani rischiano di non poter disporre neppure degli ammortizzatori sociali. Per il momento la fabbrica continuerà a produrre alluminio in attesa che uno dei quattro soggetti che hanno presentato manifestazione d'interesse faccia proposte industriali concrete ed condivise pienamente da Alcoa.

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