La Nuova Sardegna

Stop ai lavori nel parco della Certosa

di Enrico Gaviano
Stop ai lavori nel parco della Certosa

Porto Rotondo, mancano le autorizzazioni: la Forestale mette in stand-by l’aranceto voluto dall’ex premier Berlusconi

01 aprile 2012
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OLBIA. La guardia forestale ha imposto lo stop ai lavori a Villa Certosa. Per ora l’aranceto voluto da Berlusconi resta in stand by. Il Cavaliere morde il freno, costretto anche lui ad inchinarsi alla legge ferrea che difende la macchia mediterranea sarda. Un piccolo smacco, anche se il legale di Berlusconi, Ghedini, si affretta a dire che non c’è stato alcun blitz e che la visita delle guardie era già concordata. Di certo, c’è che per ora i giardinieri devono fermarsi all’interno di una delle creature più amate dall’ex premier. E che Berlusconi ci tenga parecchio al suo parco delle meraviglie, lo dimostra un aneddoto. Una volta l’ex presidente della Regione Renato Soru raccontò dell’incontro con Berlusconi a palazzo Chigi. Anno 2008, il governatore della Sardegna, finalmente ricevuto, si trovò faccia a faccia con il premier. In ballo, tanto per cambiare, la vertenza entrate, i soldi reclamati dall’isola al governo. Berlusconi con tono affabile disse a Soru: «Amo la Sardegna e voglio donare ai sardi tre musei : il museo del rododendro, il museo del cactus e il museo del fico d’india». Il premier si riferiva alle piante rigogliose cresciute dentro villa Certosa. Già, il giardino di casa Berlusconi, orgoglio e vanto del premier.

Un parco mastodontico curato e vezzeggiato. Ma la tenuta si estende per molti ettari e, come nel resto della Sardegna, la macchia mediterranea è protetta. Non la si può piegare ai propri voleri, neanche se si è ricchi e potenti. La legge parla chiaro. Ed è quello che è successo in questa occasione. Nel compendio, che è legalmente di proprietà della società Idra, un tassello della galassia berlusconiana, c’era da metter su un nuovo agrumeto, da affiancare a quelli già esistenti che producono mandarini, pompelmi, limoni. Stavolta l’obiettivo era quello di creare un aranceto, con piante selezionatissime.

I lavori sono iniziati da qualche tempo, con lo sbancamento di terra sulla collina e l’eliminazione di ginestre, ginepri, cisto. Ruspe in azione per preparare il terreno così dissodato ad accogliere i nuovi aranci. Ma l’intervento degli uomini della forestale del dipartimento di Tempio ha imposto l’alt. Il motivo risiederebbe nella mancanza di due autorizzazioni: una per il movimento terra che avrebbe consentito lo sbancamento, l’altra da parte della tutela del paesaggio perché l’area interessata all’intervento è sottoposta a rispetto idrogeologico. In pratica l’Idra immobiliare ha presentato la domanda per eliminare la macchia mediterranea e impiantare l’agrumeto, ma i giardinieri si sono messi al lavoro prima di ricevere le autorizzazioni. Da qui l’intervento degli uomini dell’ispettorato di Tempio della forestale e il conseguente stop. Non è la prima volta che la Certosa finisce al centro dell’attenzione. Particolare curioso: il comune di Olbia, con i 50mila euro versati alcuni anni fa da Idra per condonare alcuni abusi edilizi, ha realizzato nuovi marciapiedi e l’impianto di illuminazione a Porto Rotondo.

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