La Nuova Sardegna

Olbia, gli scavi restituiscono i tesori di San Simplicio

Alessandro Pirina
Olbia, gli scavi restituiscono i tesori di San Simplicio

I resti della necropoli con decine di tombe forse di età imperiale. I corredi funerari: specchi di bronzo, anfore e anelli d'oro - FOTO

11 marzo 2012
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OLBIA. La città antica sembra aver più fascino di quella moderna. La storia dissotterrata potrebbe essere il nuovo biglietto da visita di Olbia per un turismo che non punta solo sul mare. Sin da quando sono emersi i primi reperti nei lavori per l'Urban center l'amministrazione ha capito che questa volta non si può ricoprire tutto com'era stato fatto anni prima con la città punica di via Regina Elena.

Oggi Olbia sembra determinata a valorizzare la sua storia e lasciarla bene in vista. Il sindaco Gianni Giovannelli, insieme al dirigente della Soprintendenza Rubens D'Oriano, lo hanno ribadito anche al presidente della Regione, Ugo Cappellacci, che durante la visita al cantiere è stato conquistato dal corposo patrimonio archeologico di Olbia. Navi, collane, anelli, terme, tombe e adesso i tesori di San Simplicio. Lo scavo ha riportato alla luce una rampa d'accesso al tempio della dea Cerere, il sito più ricercato dagli archeologi negli ultimi decenni. Ma anche un pozzo sacro, decine di tombe di età imperiale con tanto di corredi funerari, tra cui anelli d'oro, anfore, specchi in bronzo.

Trattandosi di un'area dedita al culto in epoche diverse, dal IV a.C. ai giorni nostri, lo scavo ha permesso anche il rinvenimento di sepolture di età altomedievale e addirittura di una fornace per calce, che probabilmente risale al cantiere per la costruzione della basilica. Pezzi importanti di storia che potrebbero trasformare Olbia in una mecca del turismo archeologico.
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