La Nuova Sardegna

La Marina fa brillare una delle bombe ritrovate al largo di Cala Gonone

Una delle bombe ritrovate al largo di Cala Gonone In alto, i militari intervenuti sul posto (Muggianu)
Una delle bombe ritrovate al largo di Cala Gonone In alto, i militari intervenuti sul posto (Muggianu)

Dorgali, i sub hanno individuato un terzo ordigno Previste per questa mattina le altre esplosioni

07 marzo 2012
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 DORGALI. Operazione compiuta. Una delle micidiali bombe di profondità del relitto della nave mercantile Nasello è stata fatta deflagrare ieri nel primo pomeriggio in mare aperto. Attorno alle 15 un forte boato ha fatto eco nel Golfo di Orosei, due miglia a largo della spiaggia di Cala Luna. Esplosione che è avvenuto a una ventina di metri di profondità ma che ha sollevato un enorme fungo d'acqua.  Un fungo d'acqua che è stato visto dai tanti curiosi radunati lungo il litorale dove hanno svolto servizio gli uomini della capitaneria di porto di Cala Gonone e i carabinieri di Dorgali. È stato fatto deflagrare solo uno dei due ordigni che era stato rinvenuto dai sub del Diving center dimensione mare di Cala Gonone. L'altra verrà fatta brillare oggi assieme a una terza che è stata rinvenuta all'interno del relitto dagli uomini dello Sdai, Servizio difesa antimezzi insidiosi. Gruppo che fa capo alla marina militara. Una task force composta da sei unità al comando del sottotenente di vascello Gabriele Paparo, tra i quali tre palombari artificieri, un tecnico e un infermiere.  Dello stesso gruppo che ha operato all'isola del Giglio alla ricerca dei corpi dei dispersi all'interno della nave da crociare Costa.  «Gli ordigni possono essere definiti volgarmente bombe di profondità oppure bombe antisommergibile che hanno circa una settantina di chili di esplosivo». Le operazioni sono iniziate alle 10, 30 con partenza con un gommone del Diving center dimensione mare che ha fatto rotta verso il punto in cui ad una profondità di 30 metri c'è il famoso relitto Nasello la mercantile italiana affondata dagli inglesi durante la secionda guerra mondiale. «Abbiamo fatto una prima ispezione con il ritrovamento dei due ordigni più un terzo all'interno del relitto. E' seguita la rimozione di uno di questi attraverso l'ancoraggio ai palloni di sollevamento, e poi il trasporto con l'ausilio della motovedetta della Guardia Costiera di Olbia CP 273 a oltre due miglia dalla costa. A questo punto c'è stata la distruzione dell'ordigno con una deflagrazione - sottolinea il sottotenete Paparo - Una procedura meno invasiva della detonazione, per l'ambiente marino».
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