La Nuova Sardegna

Inquinamento nella darsena, indagati i manager di Eni

Elena Laudante
L’area interdetta dal Comune a causa degli altissimi livelli di benzene
L’area interdetta dal Comune a causa degli altissimi livelli di benzene

Otto dirigenti sono accusati di disastro ambientale per l’inquinamento a Porto Torres. Syndial e Polimeri Europa nel mirino dei magistrati. Domani gli interrogatori

07 marzo 2012
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SASSARI. In attesa che l'Eni inizi le bonifiche della darsena infestata di benzene, otto suoi dirigenti finiscono sotto inchiesta per disastro ambientale e deturpamento di bellezze naturali. Si tratta dei vertici di Syndial e Polimeri Europa, individuati dalla magistratura come possibili responsabili dell'inquinamento dell'area.

È il primo risultato di mesi di accertamenti e audizioni testimoniali della Capitaneria di Porto e dei carabinieri del Noe, coordinati dal sostituto procuratore Paolo Piras, che segue l'inchiesta con il procuratore in persona, Roberto Saieva. E arriva negli stessi giorni in cui la Corte d'Assise inizia a giudicare quattro manager Syndial, Vinyls e Sasol per anni di scarichi inquinanti. Questo procedimento è scattato in seguito alla constatazione del fatto che lo specchio di mare di Porto Torres non è ancora al riparo dai veleni del Petrolchimico. Otto i dirigenti iscritti nel registro degli indagati: il rappresentante legale di Syndial Spa Alberto Chiarini, il responsabile gestione siti da bonificare Francesco Papate, il responsabile Taf Management (il Taf è l'impianto per trattamento delle acque di falda) Oscar Cappellazzo, il responsabile area operativa Taf Gian Antonio Saggese, il responsabile salute, ambiente, sicurezza del Taf Francesco Leone, il rappresentante legale di Polimeri Europa Daniele Ferrari, il direttore di stabilimento Paolo Zuccarini e il responsabile della sezione Hse (acronimo in inglese che sta per salute, sicurezza, ambiente) Daniele Rancati. A tutti viene contestato di non aver adottato cautele per evitare che «sostanze inquinanti venissero sversate in mare», in un periodo non individuato ma «fino all'attualità».

Domani avrebbero dovuto presentarsi nell'ufficio del pm che aveva inviato loro un invito all'interrogatorio. Ma "al buio", senza conoscere le carte, la scelta del silenzio è stata obbligata. Dopo gli inviti a comparire, la Procura ha chiesto al giudice per le indagini preliminari di nominare un perito - un esperto super partes - che analizzi acqua, aria, terra, fauna, per capire se la presenza di benzene, già certificata dalle analisi dell'Arpas e alla base di due ordinanze sindacali di chiusura dell'area vicina al Petrolchimico, sia imputabile alla negligenza dell'Eni. Che pure ha annunciato di avere a disposizione 530 milioni di euro per le bonifiche mentre si avvia verso la conversione alla Chimica verde. Al perito il gip chiederà di accertare la natura delle sostanze inquinanti e alle sue analisi potranno partecipare eventuali consulenti nominati dai difensori Carlo Federico Grosso, Grazia Volo, Piero Arru, Fulvio Simoni, Mario Maspero, Luigi Stella.
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