La Nuova Sardegna

 OZIERI. Che fine ha fatto la sperimentazione del metodo Zamboni per la sclerosi multipla? E' la domanda che il consigliere regionale Idv Daniele Cocco rivolge, con un'interrogazione, al presidente della giunta regionale e all'assessore alla Sanità.  Alla fine del 2011 la Regione ha stanziato un cospicuo fondo per la sperimentazione, che però è stato concesso a un progetto legato alla attività fisica. Una «decisione incredibile», dice Cocco, che chiede come mai, dopo una precedente «apertura» dell'assessorato verso il metodo Zamboni, alla fine si sia deciso di bocciare il progetto di «Studio controllato randomizzato per la valutazione dell'efficacia del trattamento endovascolare della Ccsvi (insufficienza venosa cronica cerebrospinale, ndr.) nei pazienti affetti da sclerosi multipla con disabilità pari od inferiore a 6 nella Edss di Kurtke»: ovvero il citato metodo, studiato a Sassari dal professor Giovanni Battista Meloni della Radiologia dell'Aou. «Questa decisione - dice Cocco - ha gettato nello sconforto molti malati con le loro famiglie e, oltretutto, è contraria ai criteri di ammissibilità e finanziabilità indicati nel bando, che era riservato a progetti che avessero per argomento la valutazione dell'efficacia del trattamento endovascolare della Ccsvi. La decisione di finanziare lo studio dei vantaggi dell'attività fisica è quindi inspiegabile. Ed è anche discutibile, poiché taglia fuori l'isola dalla sperimentazione di un protocollo che nel resto del mondo sta ottenendo risultati incoraggianti». (b.m.)