La Nuova Sardegna

Il fascicolo nei confronti del manager è stato aperto dopo un esposto presentato a fine anno dall’ex dirigente Angela Cavazzuti

Abuso d'ufficio e falso, indagato Giannico

Abuso d'ufficio e falso, indagato Giannico

Bilancio e incarichi: il direttore generale dell'Asl sotto la lente di ingrandimento della Procura

03 febbraio 2012
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 SASSARI. Sono ipotizzati i reati di falso in atto pubblico e abuso d'ufficio nel fascicolo aperto dalla Procura della Repubblica di Sassari nei confronti del numero uno della Asl Marcello Giannico. Il nucleo di polizia giudiziaria della guardia di finanza, su ordine del pm Gianni Caria, ha acquisito negli uffici del direttore generale la documentazione necessaria per fare chiarezza su una vicenda che sta scombussolando non poco i piani alti dell'azienda sanitaria.  L'indagine nei confronti del manager Giannico è partita in seguito a un esposto presentato in Procura da Angela Cavazzuti, l'ex direttore amministrativo dell'Azienda.  «Ex» perché solo lo scorso 21 gennaio la Cavazzuti è stata licenziata in tronco dal direttore generale in seguito ai feroci dissidi sul bilancio del 2010 e su una serie di altre contestazioni. «Gravi inadempienze - le aveva definite il manager - che hanno comportato danni in termini di operatività e di immagine e hanno incrinato irrimediabilmente il rapporto di fiducia».  Non sapeva - il numero uno dell'Asl - che la Cavazzuti a fine anno si era mossa "contro" di lui presentando un esposto nel quale raccontava al magistrato con dovizia di particolari i dieci mesi di gestione dell'azienda da parte di Gannico che, tra l'altro, si sarebbe occupato personalmente della formazione del bilancio. Mesi di contrasti, stando a quanto riferito dall'ex direttore amministrativo, durante i quali il manager avrebbe tentato di incrementare le perdite e di adottare provvedimenti che impedissero a lei stessa di svolgere le sue funzioni dirigenziali e addebitandole una serie di gravi responsabilità. Come quella sulla prima versione del bilancio 2010 e la responsabilità di non aver inserito fra i costi le voci che, nelle successive due versioni del bilancio, avrebbero permesso - sempre stando alla versione della Cavazzuti - di far lievitare le perdite prima a oltre 11 milioni e infine a oltre 18 milioni. Accuse che l'ex direttore amministrativo ha definito infondate e che secondo lei avrebbero in realtà nascosto la volontà di Giannico di tirarsi fuori da ogni responsabilità e di scaricare tutto sulla Cavazzuti per poi attivare le procedure che avrebbero portato alla revoca del suo incarico. Cosa che peraltro è accaduta proprio tredici giorni fa.  Eppure, sempre stando alla versione dell'ex dirigente, in oltre dieci mesi il manager della Asl non avrebbe indirizzato contestazioni ad alcuna persona, tantomeno al direttore amministrativo, non avrebbe disposto ispezioni, niente di niente. Un comportamento che per la Cavazzuti si spiegherebbe col fatto che Giannico conoscesse perfettamente ogni passaggio del bilancio 2010 e quindi non avesse alcun bisogno di "indagare".  Altri contrasti tra i due avrebbero riguardato la gestione degli automezzi a disposizione della direzione aziendale, le scelte dei dirigenti (secondo la Cavazzuti il direttore generale non avrebbe mai attivato la procedura concorsuale per gli incarichi dirigenziali). E poi dissensi sull'organizzazione e il lavoro degli uffici della direzione amministrativa. Disaccordi che si sarebbero accentuati quando sono nati i problemi sul bilancio 2010 e sul preconsuntivo 2011.  Angela Cavazzuti ha chiesto dunque alla magistratura di accertare se non vi siano fatti di rilievo penale nella condotta del manager. In particolare - per quanto riguarda il bilancio - ha insistito sul fatto che Giannico abbia ritenuto più agevole incrementare le perdite e attingere così alle risorse destinate al ripiano, riaprendo il bilancio 2010, modificando alcune poste e, allo stesso tempo, alleggerendo l'esercizio 2011. E lo avrebbe fatto proprio quando poteva presentarsi un risultato non proprio ottimale (con uno sforamento quasi certo rispetto al 2010) e del quale lui sarebbe stato ritenuto responsabile.
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