La Nuova Sardegna

«Simannu», il futuro della medicina è qui

Marco Sedda
In alto, la sala operatoria con i manichini Bobore e Paska (Cossu)
In alto, la sala operatoria con i manichini Bobore e Paska (Cossu)

Realizzato in città il primo centro di simulazione della Sardegna, uno dei pochi in Italia

02 febbraio 2012
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 NUORO. «Ho trovato strutture nuove e all'avanguardia». E se lo dice il docente di Medicina d'urgenza della Harvard Medical School di Boston, c'è da credergli. Il professor Kevin Ban e il presidente dell'Ordine dei medici hanno presentato il Centro di simulazione Simannu.  Simannu è l'acronimo di Centro di simulazione medica di Nuoro, il primo di questo tipo nato in Sardegna e uno dei pochissimi che si trova in Italia. Si sviluppa al primo piano dello stabile che ospita l'Ailun (Associazione per l'istituzione della libera università nuorese), in via Pasquale Paoli, nel rione di Funtana Buddia. Le novità del centro, dotato di sofisticate attrezzature digitali, sono quelli che tecnicamente vengono definiti «simulatori di pazienti»: una sorta di manichini collegati a un computer che vengono usati per le esercitazioni mediche.  Quattro pazienti (un uomo, una donna incinta, un neonato e unbambino) che riproducono gli organi umani e il loro funzionamento, compresi i movimenti involontari come il respiro, il battito del cuore e il movimento delle ciglia. Talmente simili in tutto e per tutto a un «paziente umano» che all'Ailun li hanno già battezzati: il simulatore di paziente adulto, Hal sr 3201, è stato chiamato Bobore, la donna incinta Paska, il neonato Lorettu e il bambino Luiseddu. Ieri pomeriggio alla presentazione c'erano l'assessore regionale alla Sanità Simona De Francisci, il sindaco Sandro Bianchi, il presidente del consiglio comunale Gianni Salis, il direttore generale dell'Asl Antonio Soru e l'ex direttore Mariano Mulas. C'erano anche i presidenti di Confindustria, Roberto Bornioli, e della Camera di commercio, Romolo Pisano, che presiedono enti soci dell'Ailun.  Gli onori di casa li ha fatti l'avvocato Lorenzo Palermo, presidente dell'Ailun: «Il centro nasce grazie all'intuzione di Luigi Arru, presidente dell'ordine dei medici di Nuoro, ordine che tra l'altro è socio dell'Ailun. Arru ci ha convinto che una delle cose migliori da fare era di provare a percorrere la strada delle tecnologie e dell'abilità. Gli interlocutori privilegiati sono le Asl sarde e dunque la Regione». L'assessore De Francisci a sua volta ha ringraziato l'Ailun: «È un'eccellenza, per questo cercherò di sensibilizzare anche le altre Asl della Sardegna. Sono felice che questa struttura d'ccellenza nasca a Nuoro e dunque in posizione baricentrica e raggiungibile facilmente da tutta l'isola. Valuteremo la possibilità di far partire proprio qui corsi specifici per i medici di tutta l'isola».  Il centro è costato in tutto circa 600mila euro, da spalmarsi in sei anni. Un grosso contributo lo ha dato la Fondazione Banco di Sardegna, che ha concesso un contributo di 70mila euro. «Possiamo creare situazioni molto rare e complicate - spiega Luigi Arru - per far fare così training ai medici e agli infermieri, che così si esercitano sui manichini e non sui pazienti veri. Ma vogliamo coinvolgere anche le guardie mediche. Sono molto sofisticati, tramite il computer per esempio riescono a riconoscere sino a 200 tipi di medicinali». Martedì c'è stato il primo corso («Trauma pediatrico: dalla teoria alla pratica»), tenuto dal professore americano Kevin Ban, con oltre venti tra medici e infermieri, per lo più dell'Asl di Nuoro ma anche dell'ospedale Brotzu e dall'Asl di Olbia. Oggi la seconda edizione del corso: «I manichini sono utilissimi per le esercitazioni», ha assicurato il professor Ban.
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