La Nuova Sardegna

Posadinu responsabile del servizio Psichiatria: «Pazienti senza diritti»

Il primario di Psichiatria Donato Posadinu: ha firmato ieri il contratto con la Asl
Il primario di Psichiatria Donato Posadinu: ha firmato ieri il contratto con la Asl

24 gennaio 2012
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 SASSARI. Un reparto tutto nuovo, sicuramente più funzionale, con un'area per pazienti acuti e a rischio e un'area per pazienti post acuti. Che non sia un luogo di punizione per persone già provate dalla malattia, che la loro dignità non sia un optional ma un valore importante per gli operatori. Sono gli obiettivi, per adesso forse ancora sogni, del nuovo direttore del reparto di Psichiatria dell'ospedale civile. Già di fatto a capo della struttura, da ieri Donato Posadinu, dopo la firma del contratto con il direttore generale della Asl Marcello Giannico, ne è formalmente il responsabile.  «Qualcosa si sta muovendo, finalmente - dice il medico -. Proprio oggi ho ricevuto la notizia che a brevissimo sarà fatta un'ispezione da parte dell'Ufficio prevenzione dell'azienda. Ci chiederanno di elencare tutti i problemi esistenti all'interno del reparto. Dovrebbe essere la premessa per realizzare un progetto di ristrutturazione atteso ormai da tanto tempo».  In effetti le condizioni del centro di cura e diagnosi nel sottopiano del Santissima Annunziata lasciano molto a desiderare e a più riprese i rappresentanti sindacali degli operatori e i parenti degli ammalati hanno segnalato i tanti problemi. A cominciare dalla luce naturale che, a causa della posizione delle camere, penetra nei locali per poche ore al giorno. Le luci al neon quindi inquinano per tutto il giorno l'umore dei pazienti. Anche le sbarre alle finestre non fanno allegria: e pensare che la soluzione per evitare che un reparto ospedaliero sembri una prigione non sarebbe così inarrivabile. «Si tratterebbe - spiega il primario - di sostituire gli infissi con finestre adatte. Anche perchè le sbarre, oltre che essere squallide, sono pericolose per l'incolumità dei pazienti, molti dei quali a rischio suicidio.  Stesso discorso per quanto riguarda i bagni, dove lo sciacquone con un tubo che lo sostiene, è sistemato nel corridoio: anche quella una situazione preoccupante».  Per non parlare delle uscite di sicurezza, attualmente inesistenti, che costituiscono un passaggio obbligatorio per la messa a norma del reparto. «Voglio che sia ripristinata la passerella esterna dove i pazienti potevano andare a fumare o semplicemente a respirare - aggiunge Posadinu -. E che diamine, i detenuti possono godere giustamente dell'ora d'aria e i miei pazienti no?».  La direzione del presidio ospedaliero ha assicurato qualche tempo fa che la ristrutturazione del reparto («sarebbe sufficiente abbattere qualche tramezzo», dice il primario) è dietro l'angolo, ma i rappresentanti sindacali hanno informazioni diverse perchè pare che i 500mila euro necessari a fare i lavori non si sappia dove trovarli.  Il reparto viaggia su una media di ricoveri di 650-670 pazienti all'anno, di questi circa il 20 per cento sono ricoveri ripetuti, cioè pazienti che entrano più di una volta nell'arco dell'anno. Il centro inoltre svolge circa 1.600 consulenze annue, tra pronto soccorso e altre unità operative del presidio ospedaliero sassarese. Per diversi anni alla struttura di viale Italia hanno fatto riferimento anche i pazienti di Olbia, sino all'apertura di un servizio in Gallura. «Ma ancora adesso - precisa Posadinu - abbiamo pazienti che provengono da altre Asl». Il reparto di Alghero previsto dal piano sanitario regionale invece non è mai stato istituito.  Al direttore dell'Spdc di Sassari è stato dato anche l'incarico di referente per le tre strutture residenziali di Rizzeddu, la casa famiglia di viale Mancini e la residenza sanitaria assistita psichiatrica di Bonorva, e della struttura semiresidenziale Centro diurno di via Amendola.
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