La Nuova Sardegna

Al Ris la corda dell'omicidio: chiave del giallo

Orsola Serra qualche estate fa al mare
Orsola Serra qualche estate fa al mare

Trovata accanto al cadavere di Orsola Serra, ora si cercano delle tracce biologiche

12 novembre 2011
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 ALGHERO. È entrata nella fase cruciale l'inchiesta sulla morte di Orsola Serra, la professoressa algherese strangolata nella sua abitazione durante la notte tra il 23 e il 24 ottobre. Più passano i giorni e più gli investigatori sono convinti che la pista da privilegiare sia quella del delitto passionale. Tante le persone sentite dai carabinieri del Nucleo operativo di Sassari. E tra queste ci sono alcuni sospettati. Nel frattempo la cordicella trovata sul cadavere è giunta nei laboratori del Ris di Cagliari, che dovrà analizzarla in cerca di tracce biologiche. Mentre ieri mattina il legale dei familiari ha consegnato al sostituto procuratore Paolo Piras una memoria in cui sono ricostruite nel dettaglio le ultime ore di vita della vittima.  In attesa che il medico legale Franco Lubinu depositi il referto definitivo dell'autopsia, con i risultati degli esami istologici, sono le abitudini dell'insegnante cinquantenne e il suo profilo caratteriale ad attirare l'attenzione della task-force al comando del capitano Giuseppe Urpi. Fondamentale nell'inchiesta sarà leggere e rileggere con il massimo scrupolo i tanti scritti lasciati dalla donna nelle agende, nelle e.mail e sui social network, passando quindi al setaccio il suo cumputer portatile. Ma anche individuare e ascoltare le testimonianze delle persone che negli ultimi tempi frequentava più assiduamente. Soprattutto per capire chi l'abbia uccisa e per quale motivo. Sul fatto che si tratti di omicidio volontario la Procura ormai non ha più dubbi. E anche se nel fascicolo aperto dal pubblico ministero non compare ancora il nome di nessun indagato, è certo che gli investigatori hanno già formulato alcune ipotesi su quale sia la mano che ha stretto con estrema forza la cordicella intorno al collo di Orsola. Cordicella che secondo fonti attendibili sarebbe oltretutto piuttosto corta. Al punto che questo particolare avrebbe dovuto far escludere sin dall'inizio l'eventualità che la donna potesse essersi suicidata impiccandosi all'asse del suo letto a baldacchino. Tuttavia giovedì scorso il magistrato titolare dell'inchiesta ha dato incarico al Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri di analizzare il laccio, con l'obiettivo di trovarvi del Dna attraverso il materiale biologico lasciato dall'assassino. Quando arriverà l'esito del Ris comandato dal colonnello Giovanni Delogu? Dipende dalla complessità dell'esame e dalla quantità di residui presenti sul reperto. Nel caso in cui non ci dovessero essere abbastanza tracce, la Procura potrebbe ordinare un accertamento irripetibile perché comporterebbe la distruzione della prova.  Pur senza trascurare nessuna ipotesi, la pista sulla quale puntano di più gli investigatori è quella del delitto a sfondo passionale. Dal ritratto psicologico della professoressa, infatti, emerge la personalità di una donna single con un carattere molto affettuoso ed espansivo, ma niente affatto incline ad accettare corteggiamenti da chiunque. Ad ucciderla, per esempio, potrebbe essere stato un uomo illuso che sentendosi poi respinto ha reagito in modo spropositato.  Altra ipotesi, sulla quale peraltro la famiglia chiede approfondimenti, è quella della rapina finita in tragedia. Anche nella memoria presentata ieri dall'avvocato Elias Vacca, i genitori di Orsola ribadiscono che la figlia era solita prelevare gran parte dei soldi che ogni mese le venivano accreditati sul conto corrente per il suo lavoro d'insegnante. Ma soprattutto sottolineano che nell'abitazione di via Togliatti quel giorno maledetto ci sarebbero potuti essere, oltre ad alcuni gioielli, anche il denaro con il quale la donna aveva intenzione di pagare la Fiat Panda appena acquistata e, ironia della sorte, arrivata alla concessionaria proprio due giorni dopo il suo decesso. La richiesta avanzata dal legale è perciò quella che venga fatto un sopralluogo nell'appartamento e nel garage sotto sequestro e quindi sigillati. Comunque sia, anche se si dovesse prendere per verosimile l'eventualità della rapina, è chiaro che le indagini dovrebbero rivolgersi verso chi conosceva bene le abitudini della donna, magari perché in confidenza con lei.  Un altro spazio - seppure virtuale - dove sicuramente si sta indagando è Facebook, nel quale Orsola Serra si presentava con lo pseudonimo di Dafne Calendula (Dafne secondo la mitologia greca era una sacerdotessa che rifiutò le avances del bellissimo dio Apollo). Registrati sul suo profilo appaiono dodici amici, pochissimi rispetto alla norma, e di questi pare che soltanto uno sia di Alghero. Tuttavia è dalla lettura dei post che potrebbero emergere ulteriori particolari utili a tracciare l'identikit psicologico della vittima. Gli inquirenti cercheranno anche di capire se la donna avesse mai chiesto un supporto psichico. Di sicuro c'è che a guardare con attenzione la sua bacheca online emerge una donna che a una grande spiritualità e fede (andava a messa con regolarità tutte le domeniche) unisce la passione per le discoteche e, in generale, la vita notturna. A proposito di Facebook, la famiglia si sta interessando affinché vengano oscurate al pubblico le pagine che contengono quelle foto che ritraggono la vittima truccata e abbigliata per un laboratorio teatrale con lo sceneggiatore di Dario Argento. Che forse non avrebbe potuto scrivere una trama piena di così tanti misteri.

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