La Nuova Sardegna

Desulo, folla di fedeli per l'ordinazione di fra Marco Marcis

Fra Marcis riceve l’imposizione delle mani dal vescovo Morfino
Fra Marcis riceve l’imposizione delle mani dal vescovo Morfino

09 ottobre 2011
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 DESULO. Una festa così a Desulo non si era mai vista. Quattro pullman di pellegrini, due dei quali giunti da Sorso, gli altri da Cagliari. Tre autonoleggio con conducente arrivati da Campidano e Logudoro. Non un solo posto nelle strutture ricettive, qualche famiglia che ha affittato casa. Bar strapieni e gente per strada a tutte le ore. Sulle case, bandierine, manifesti e scene di giubilo. E una messa con quaranta religiosi e l'onore dei carabinieri in alta uniforme.  Tutto questo per un ragazzo benvoluto, che ha cambiato strada della vita. Bello, imprenditore e perfino di sinistra. Questo era il ritratto di Marco Marcis, 37 anni, occhi chiari e sorriso sincero per tutti. Aveva una avviata attività commerciale, adorava le griffe e le serate con le ragazze. Professava anche fede politica, che il signor Renato, il compianto padre, gli aveva contagiato. Poi un cammino di riflessione interiore. Sul limitare della parrocchia di sant'Antonio Abate una folgorazione, come la via di Damasco per san Paolo.  Le chiacchierate con don Valerio Casula, l'incontro con padre Jean Marcel, superiore del convento di Mores. Si apre un'altra via per Marco: via i jeans Armani, la pescheria, la clientela affezionata che saliva fino a Desulo dai paesi vicini. Un grazie alla vita quasi agiata, alla famiglia e alle tante ragazze che stravedevano per lui.  Il nuovo, difficile, cammino lo percorrerà con un paio di sandali, un saio povero, la barba lunga e qualche chilo in più. Ma con aria ancor più serena, il viso quasi ascetico e l'onnipresente sorriso. Fra Marco è stato ordinato sacerdote da monsignor Mauro Morfino, arcivescovo della diocesi di Alghero e Bosa. Oltre un migliaio di persone tra chiesa e sagrato. Eppure la parrocchia di Desulo è davvero grande; ma ci sarebbe voluta una basilica per contenere quella folla. In prima fila i suoi colleghi frati e i suoi maestri spirituali don Valerio e Jean Marcel, il parroco locale don Gianni Pippia, poi don Walter Cabua, don Alessandro, don Marco Floris, don Ignazio e don Giuseppe. E le autorità, il sindaco Gigi Littarru in fascia tricolore, l'intero consiglio comunale, il capitano dei carabinieri Livio Rocchi e il maresciallo Giovanni Milano. A presidio dell'altare, come si usa nei grandi eventi a Desulo due carabinieri in alta uniforme e i confratelli. Dietro le prioresse ed una folla commossa e silenziosa. Poi il rito, lunghissimo e partecipato, la nuova professione di fede e i voti. Poi la festa al campo sportivo con la cena per tutto il paese e gli ospiti. Emozionante la sequenza degli auguri: per primi passano is istragnos, i forestieri giunti dai quattro angoli di Sardegna; sfilano quindi gli amici di Tonara, Aritzo, Belvì, Fonni e infine i desulesi: una fila infinita di persone di tutte le età, commosse e grate a quel frate che regala a tutti una parola di conforto. Ieri la sua prima messa. Da domani gli studi a Roma, poi una missione difficile da qualche parte.

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