La Nuova Sardegna

Abusi edilizi al Poetto, via alla demolizione di diciotto chioschi

Mauro Lissia
L’avvio ufficiale delle demolizioni è fissato per oggi, ma qualcuno ha già cominciato
L’avvio ufficiale delle demolizioni è fissato per oggi, ma qualcuno ha già cominciato

26 settembre 2011
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 CAGLIARI. Diciotto chioschi fuorilegge, costruiti e cresciuti sulla spiaggia del Poetto in barba ai limiti stabiliti nelle concessioni, scadute anche quelle nel 2006: dodici dei venti gestori - tutti a giudizio il 6 febbraio per abuso edilizio, occupazione illegale di suolo demaniale e violazione delle norme paesaggistiche - questa mattina smonteranno e porteranno via a proprie spese le parti mobili dei primi dodici baretti, mentre per il Golden Beach sarà il Comune a intervenire.  Il 15 ottobre si andrà avanti con i corpi centrali delle strutture ed entro il mese sarà una gru a estrarre dalla sabbia le piattaforme di cemento su cui poggiano i chioschi, pesanti fino a venti tonnellate. Già ieri qualcuno ha dato il via allo sgombero: al Calpypso, al Corto Maltese e al Fico d'India gli operai svitavano pannelli e accatastavano pezzi di pedane in legno per prepararsi al lavoro di questa mattina. Con il cielo che annunciava malinconicamente l'autunno gli altri baretti lavoravano a pieno ritmo in un'atmosfera surreale. Per i cinque che restano la fine è ugualmente segnata: tempo due-tre mesi e andranno giù, a proprie spese o per mano del Comune che ha stanziato mezzo milione di euro. Un'ordinanza firmata il 5 maggio 2009 dal dirigente del servizio edilizia privata Mario Mossa li ha condannati senz'appello alla demolizione dopo gli accertamenti disposti dalla Procura ed eseguiti da carabinieri del Nas e vigili urbani.  È stata poi la debolezza dell'amministrazione Floris a ritardare l'esecuzione del provvedimento: due stagioni di lauti incassi concesse come omaggio finale, insieme a un tentativo estremo e paradossale di prorogare ancora l'autorizzazione, sul quale indaga il procuratore aggiunto Gaetano Porcu.  «Da un punto di vista legale non poteva che finire così - ammette Matteo Pinna, l'avvocato che assiste dodici concessionari - perché solo la politica avrebbe potuto indicare negli anni una via diversa per dare ordine al litorale. Serviva e serve ancora una regolamentazione, purtroppo si è arrivati ad oggi e non c'è». L'avvocato fa riferimento al Pul - il piano di utilizzo del litorale - sempre annunciato e mai elaborato. L'amministrazione Zedda ci sta lavorando, ma i tempi da qui all'approvazione non saranno brevissimi: «Tra passaggi in consiglio comunale, Regione e valutazione d'impatto ambientale non ci vorrà meno di un anno - fa i conti Pinna - quindi rimane un grosso punto interrogativo sull'estate 2012». La soluzione-ponte esisterebbe: gli attuali titolari dei chioschi metterebbero in piedi le strutture «a fungo» dell'Algida o di altri produttori di gelati e bibite: «Vengono concesse in comodato gratuito - spiega il legale - in cambio della pubblicità... dal punto di vista estetico non sono il massimo, ma per una stagione si potrebbe fare. Altrimenti i bagnanti del Poetto rimarrebbero senza servizi di ristoro».  Ma il problema è anche la posizione dei gestori, che in assenza totale di controlli vanno avanti da vent'anni in un regime di sostanziale monopolio.  L'ultimo rinnovo delle concessioni scade il 31 dicembre, tutto però è legato alle prospettive della norma varata dal governo Berlusconi sulla durata delle concessioni demaniali: «Scadrebbero nel 2015 - avverte Pinna - ma per l'Unione Europea devono essere rinnovate anno per anno. Così il Comune di Cagliari, in attesa che la corte costituzionale si pronunci, ha dato solo una stagione di proroga. Una scelta bizzarra, perchè finchè la Consulta non le cancella o il legislatore non le modifica, le leggi devono essere applicate così come sono».  Ma i problemi per i 'chioschisti' non finiscono qui: appena il Pul sarà in vigore le concessioni dovranno essere messe a gara. Quindi altri operatori avranno diritto di partecipare e sul litorale del Poetto potrebbe comparire, dopo decenni, qualche faccia nuova.  

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