La Nuova Sardegna

Agricoltori indebitati. Con un’imponente operazione le forze di polizia consegnano l’azienda dei Sairu ai nuovi proprietari

Cortoghiana, sfratto all'alba con blitz

Erminio Ariu
Un momento dello sfratto dell’azienda agricola di Cortoghiana
Un momento dello sfratto dell’azienda agricola di Cortoghiana

In campo cento uomini e un elicottero: e stavolta nessuno può difendere la casa

22 settembre 2011
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CORTOGHIANA. Sfratto eseguito. Un commando di oltre cento uomini a terra, seguito e controllato dall'alto da un elicottero della polizia di Stato, ha consentito all'ufficiale giudiziario del tribunale di Carbonia di eseguire lo sfratto giudiziario che, in passato, alcune centinaia di commercianti, artigiani, allevatori e agricoltori erano riusciti ad impedire. Questa volta le forze dell'ordine hanno adottato una strategia di guerra: la sera prima hanno preso possesso delle strade che conducono a Terra Segada e alle 7 del mattino hanno bussato alla porta di Angelo Sairu avvertendolo dell'imminente arrivo dell'ufficiale giudiziario. Tutti i telefonini sono stati posti sotto sequestro e il tam tam che, in passato aveva consentito di difendere la casa colonica dell'agricoltore di Terra Segada, è stato soffocato all'origine. L'imponente spiegamento di forze, però, non poteva passare inosservato e gli sms sono arrivati, seppure con ritardo, al popolo delle partite Iva e al Movimento Artigiani e Commercianti Liberi che hanno tentato di raggiungere, in ordine sparso, il fronte operativo. Lo sforzo è stato inutile: impossibile ripetere la performance del 20 luglio scorso quando le forze dell'ordine si sono trovate di fronte una muraglia umana. Gente pacifica pronta alla resistenza passiva aveva indotto carabinieri, Fiamme gialle e polizia di Stato a rinunciare a trasportare di peso le centinaia di persone sdraiate nello stradello che conduce alla casa pignorata. Questa volta tutto è stato diverso: l'ufficiale giudiziario ha notificato ai Sairu la cessione del bene al nuovo proprietario, poi qualche ora dopo, preceduto da due vigilantes di un'impresa privata, ha messo nelle mani delle guardie giurate l'immobile e l'intero complesso agricolo. «È la fine della nostra vita - ha detto Fabrizio, figlio di Angelo Sairu -. Nel 2002, con la legge 44, abbiamo contratto un mutuo di 164 milioni, abbiamo pagato la prima rata da 6 milioni e tra interessi e quota capitale in poco tempo ci siamo dissanguati perché abbiamo versato altri 18 milioni di lire. Intanto il tasso era salito al 17.50 per cento e non siamo stati in grado di onorare il debito». A questo punto le banche hanno cominciato ad agire e si è arrivati all'esproprio e all'asta. L'intero complesso immobiliare (una casa di 400 metri quadri e 90 ettari di terreno agricolo) è stato acquistato all'asta per 130mila euro. Il valore attuale invece supera 1,5 milioni di euro. Angelo Sairu, la moglie Rosalba Desogus e i due figli da stanotte saranno costretti a dormire in auto con l'incubo di dover ancora alle banche oltre 50 mila euro. Nel momento più drammatico dello sfratto Rosalba Desogus ha accusato un malore ed è intervenuta un'ambulanza della polizia.
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