La Nuova Sardegna

Veleni nella darsena: benzene 417mila volte sopra i limiti

Gianni Bazzoni
Veleni nella darsena: benzene 417mila volte sopra i limiti

Il rapporto predisposto dalla Direzione per la Tutela del territorio e dall’Ispra disegna una situazione esplosiva al porto industriale di Porto Torres. Decine le sostanze cancerogene ben al di sopra dei limiti consentiti

07 settembre 2011
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SASSARI. Avanti senza indecisioni, perchè altrimenti il rischio è quello di compromettere tutto: l'operatività portuale e anche i progetti futuri legati alla chimica verde. Il confronto con Syndial sull'inquinamento nella darsena servizi deve tenere conto di dati più che preoccupanti.

Il rapporto predisposto dalla Direzione per la Tutela del territorio e dall'Ispra e allegato al verbale della conferenza dei servizi che si è svolta qualche giorno fa, disegna una situazione esplosiva nella darsenza del porto industriale di Porto Torres. A pensarci bene, già fa impressione quando si sente parlare di dati superiori due o tre volte i limiti di legge. Figurarsi quando si registrano livelli di benzene 417mila volte oltre i parametri consentiti dalla normativa, e poi toluene 3300 volte, etilbenzene 226 volte, e altre decine di sostanze cancerogene - tutte riconducibili comunque alle lavorazioni dello stabilimento chimico e dell'area industriale - e ben al di sopra dei limiti consentiti.

La preoccupazione della Direzione Tutela del territorio e dell'Ispra è sintetizzata nella prescrizione imposta alla Syndial: «Dato il gravissimo e perdurante scenario ambientale riscontrato, si richiede all'azienda di predisporre immediatamente un presidio continuo dei sistemi con varie squadre».

Sono giorni piuttosto frenetici. E non è escluso che anche Syndial sia stata colta di sorpresa dall'aumento delle sostanze chimiche nello specchio acqueo della darsena del porto industriale di Porto Torres. Anche perchè, probabilmente, vi era la convinzione che la barriera idraulica di intercettazione dei flussi inquinanti stesse svolgendo al meglio il proprio ruolo. Invece la situazione è assai più complessa e - visti i dati - preoccupante rispetto a quanto sostenuto finora.

L'assessore provinciale all'Ambiente Paolo Denegri ha già fatto notificare l'ordinanza alla Syndial con la quale si intima di intervenire immediatamente. Ma la preoccupazione che si percepisce in queste ore è legata a un altro fatto: le indagini sono state estese anche oltre la darsena interna e i controlli hanno interessato anche la parte dello scalo industriale dove ormeggiano navi mercantili e traghetti passeggeri. I risultati si dovrebbero conoscere nei prossimi giorni e c'è grande attenzione.

Ora, è evidente, più che di ulteriori indagini (posto che l'origine del problema appare assai chiara) c'è bisogno di interventi adeguati, con procedure di emergenza che consentano di bloccare il fenomeno e attivare un programma serio di bonifiche. Sullo sfondo, i gravi danni all'operatività del porto, alle aziende costrette a interrompere l'attività, alla salute pubblica e all'ambiente.

La partita sul futuro si gioca su un progetto reale di bonifica e risanamento del territorio e su un Piano di rilancio competitivo da costruire su basi solide.

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