La Nuova Sardegna

 NULVI. Dopo il festival di musica reggae, che ha sprigionato in paese suoni, colori, profumi ed allegria un'altra bella presenza ha portato questa in quest'estate colore e musica in mezzo alla gente. L'opening di Casa Makia curato da Gian Gavino Pazzola che prima di Ferragosto ha installato in vari spazi del paese e su grandi pareti i lavori dei suoi artisti.  Diciasette artisti, Simone Carta, Sergio Fronteddu, Paolo Carta, Cristina Meloni, Mariella Manconi, Paolo Pibi, Pastorello, Narcisa Monni, Alessio Unali, Ruben Mureddu, Andrea d'Ascanio, Siro Cugusi, Pier Paolo Luvoni, Enrico Piras, Salvatore Angius, Vincenzo Grosso, Paolo Marchi hanno riportato su grandi manifesti (sei metri per tre) le loro impressioni, fatte di opere inedite o di residui progettuali già esistenti e le hanno installate scegliendo la location più idonea e più d'effetto.  «Le immagini invadono la nostra quotidianità, si affacciano dai muri delle gallerie e dei musei d'arte, dai personal computer, dalle pagine dei giornali e dalla televisione - spiegano i giovani artisti impegnati nelle "affissioni" - la loro presenza è costante, così come il loro sguardo che impone dei criteri, consiglia delle soluzioni o regala un'alternativa possibile ai comportamenti dell'uomo. Un'onda incontrollata di messaggi, quindi, che incrementa in maniera utile ed ambigua la conoscenza delle cose. Il progetto Casa Makia è un punto di incontro immaginario che parte da questo credito verso le immagini e dalla fascinazione dell'uomo verso la rappresentazione su muro».  Con le loro installazioni gli artisti vogliono così sottolineare il principio di "disordine" nel quale il processo visivo si compie: «Casa Makia ha voluto essere la ricostruzione di un mondo sottilmente instabile, un'esperienza leggera, un rapporto che impone una messa a fuoco, una scelta e un'interpretazione di ciò che si incontrerà per la strada». L'iniziativa è stata promossa del Comune di Nulvi e da Poxart.it - Portale per l'Arte Contemporanea in Sardegna.