La Nuova Sardegna

L'area marina dei record laboratorio scientifico e motore dell'economia

Luca Rojch
A sinistra uno squalo elefante fotografato all’interno dell’Amp accanto l’isola di Tavolara ogni estate meta di centinaia di turisti sotto alcune cernie fotografate nella zona di riserva integrale un paradiso per le specie marine in cui l’uomo non può entrare
A sinistra uno squalo elefante fotografato all’interno dell’Amp accanto l’isola di Tavolara ogni estate meta di centinaia di turisti sotto alcune cernie fotografate nella zona di riserva integrale un paradiso per le specie marine in cui l’uomo non può entrare

Tavolara, l’area marina è tra le quattro migliori del Mediterraneo per il National geographic. Tra i progetti di sviluppo anche una nuova cartografia

15 marzo 2011
2 MINUTI DI LETTURA





OLBIA. Il più grande tesoro dell'isola è immerso in un mare trasparente come il cristallo in cui anche squali e balene vanno a danzare. L'Area marina protetta di Tavolara custodisce il capitale dell'economia della Gallura. Il suo territorio. In 18 mila ettari convivono il 50 per cento delle specie dei vertebrati della Sardegna. Non solo una fetta di Eden, ma anche un modello di gestione da imitare. A certificarlo non è il direttore e anima dell'Amp, Augusto Navone, ma il National Geographic.

La severissima rivista internazionale cita l'Amp di Tavolara tra le quattro migliori di tutta Italia. Ma Navone è abituato a collezionare primati. In questi anni è riuscito a trasformare lo specchio di mare protetto dall'isola di Tavolara in un laboratorio internazionale. Centro di ricerca, di sperimentazione, di conservazione delle specie animali. Ma Navone nuota con la stessa classe tra le cernie e tra i conti sempre più complicati dell'Amp. Come tanti altri direttori di aree marine deve fare fronte alla mannaia di Stato che ha dimezzato in tre anni i finanziamenti. Dai 700mila euro del 2008, ai 450mila del 2010, e per quest'anno è prevista una ulteriore riduzione del 20 per cento.

Lui non si piange addosso come un re con uno scettro di legno, ma con un pragmatismo da uomo che unisce teoria e pratica cerca di pensare a idee alternative per superare la sfida più difficile. L'autosufficienza. «I comuni consorziati versano 350 mila euro - spiega Navone -, ma si potrebbe integrare questo introito se ci venisse data una parte dei fondi delle 357 concessioni demaniali che si trovano all'interno dell'Amp».

Lui per modestia non lo dice, ma i comuni dall'investimento Amp ricevono un ritorno di immagine e una pubblicità planetaria. In più l'Amp ha messo in cassaforte il futuro turistico di tutta la zona. Custodisce il patrimonio, fondali, spiagge, ambiente, specie. Anche l'aspetto scientifico, quello che entusiasma di più Navone, pone l'Amp di Tavolara all'avanguardia. «Portiamo avanti uno studio di marcatura genetica di alcune specie - continua -, l'abbiamo fatta per la Pinna nobilis e per la patella ferruginea. Ora puntiamo a farla anche sulla cernia. Sarebbe interessante per capire i flussi, ma è più complicata. Lavoriamo con Paolo Guidetti, ricercatore dell'università del Salento. Ma in questi mesi abbiamo fatto anche un altro interessante ritrovamento di banchi di corallo rosso all'interno dell'Amp, che prima non era censito».

Un segnale che la biodiversità nell'area marina è sempre più ricca. Impossibile non restare rapiti dal tappeto blu protetto dalla montagna che buca il mare in cui due mondi sopra e sotto l'acqua fanno a gara per rapire il cuore del visitatore.
In Primo Piano
I controlli

In gita da Sassari a Nuoro senza assicurazione: nei guai il conducente di un pullman pieno di studenti

Le nostre iniziative