La Nuova Sardegna

Ossi e Florinas rinnovano per Sant'Antonio Abate il patto di buon vicinato

La chiesa di Sant’Antonio dove si celebra la grande festa di florinesi e ossesi
La chiesa di Sant’Antonio dove si celebra la grande festa di florinesi e ossesi

Domani e lunedì festeggiamenti nella chiesetta di Bore riti religiosi ma anche fumanti graticole e buon vino

15 gennaio 2011
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 OSSI. Continua la tradizione della festa campestre di Sant'Antonio Abate, che vede accomunate nel culto del santo le popolazioni di Ossi e di Florinas. Presso la chiesetta romanica che sorge in località Bore, al confine dei territori dei rispettivi comuni, ossesi e florinesi si incontreranno domani (domenica) e lunedì secondo un programma consolidato dalla tradizione.  Una conferma del secolare rapporto di buon vicinato tra i cittadini dei due centri e di fruttuosa collaborazione tra le due parrocchie e le due amministrazioni comunali, che quest'anno si avvalgono della collaborazione delle rispettive Consulte giovanili. Primo appuntamento domani alle ore 19 per il rito dei vespri e per la messa in onore del santo. Seguirà, intorno alle 19,30, il tradizionale grande falò, nel segno di un auspicio per la fertilità dei campi e di un buon augurio per le attese di tutti.  Quindi un grande barbecue diffonderà un gradito tepore e piacevoli profumi di arrosto, accompagnati dall'ottimo vino locale. Lunedì 17, festa del Santo, alle ore 11 la messa, cui seguiranno brindisi con dolci e vino. Ai riti ufficiali si aggiungeranno, come da tradizionale consuetudine, quelli spontanei, che vedranno i cofani della macchine trasformarsi come d'incanto in improvvisati bar e self-service da cui spunteranno salsicce e insaccati vari, con vini rossi e bianchi, tutto di produzione rigorosamente propria. La giornata proseguirà poi con gli incontri individuali nei casolari di campagna, i cui caminetti fumeranno a lungo visto che si tratta della festa di «Sant'Antoni'e su fogu». Si consumano così, in un clima strettamente e spontaneamente agro-pastorale, due giornate che ancora conservano un po' di quel sapore di antico lasciato in eredità dalla civiltà contadina che per lunghi secoli ha caratterizzato un territorio ameno e fertile, da sempre frequentato, ricco di storia e di testimonianze, all'incrocio tra le curatorie medioevali di Figulinas e di Coros presso la "villa" di Briave.  Si tratta di un aspetto di cui forse tener conto per far fare un salto di qualità ad una sagra che già così merita di essere tramandata ancora per lungo tempo.
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