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Marea nera a Platamona, interdetti chilometri di spiagge - FOTO

Gianni Bazzoni
Le operazioni di bonifica a Platamona
Le operazioni di bonifica a Platamona

Sospinto dalla corrente, l’olio combustibile finito in mare dall’E.On di Porto Torres sta per raggiungere Castelsardo. La marea nera è molto più consistente del previsto e i sindaci di Sassari, Porto Torres e Sorso hanno vietato l’accesso alle spiagge sino a quando non saranno ripulite. Una taskforce sta raccogliendo il catrame in grandi buste nere che poi dovranno essere smaltite come rifiuti speciali. La magistratura ha aperto un’inchiesta e attende il primo rapporto da parte della Capitaneria di porto. Forse già oggi i primi indagati

14 gennaio 2011
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SASSARI. La paura è quella di un ritorno al passato, quando la grande industria stava nascendo e lasciava segni indelebili in mare e sulle spiagge. «Catrame», dicevano a Porto Torres, Platamona e Marina di Sorso. Ora il «timbro nero» dell'inquinamento arriva da un'altra direzione, da una condotta della centrale E.On di Fiume Santo. Migliaia di litri di olio combustibile riversati in mare da una tubazione in banchina, dove era ormeggiata una petroliera che pompava combustibile per i due vecchi gruppi della termocentrale, dei primi Anni Ottanta, tenuti in marcia a colpi di deroghe.

L'olio combustibile è uscito da un foro grosso quanto uno spillo (difficile da vedere in un punto dove c'è una "frattura del masso"), quando gli operatori se ne sono resi conto il mare aveva già cambiato colore e l'olio denso viaggiava verso il largo. Diecimila litri - secondo E.On - molti di più secondo le prime valutazioni dei tecnici che hanno cominciato a studiare il problema. Ed è l'incertezza, l'approssimazione e l'apparente tranquillità che preoccupano.

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Il fenomeno è grave e la procura della Repubblica di Sassari ha aperto una inchiesta per accertare le cause dell'ennesima emergenza ambientale nel Golfo dell'Asinara e individuare le responsabilità. Il caso è stato affidato dal procuratore capo Roberto Saieva al sostituto Paolo Piras e già oggi potrebbero esserci i primi iscritti nel registro degli indagati.

Appena la Capitaneria di porto di Porto Torres - che procede nell'inchiesta - avrà depositato un rapporto sull'accaduto. L'ipotesi è che in mare siano finiti almeno 30mila litri di olio pesante, roba che lascia il segno. Il combustibile, guidato dalle correnti, ha vagato in mare aperto e si sta spiaggiando - con il passare delle ore - tra Porto Torres, Platamona e Marina di Sorso, ma potrebbe arrivare fino a Castelsardo. Sono stati avvistati i primi gabbiani morti, «paralizzati» dopo il bagno di olio combustibile.

Sulla sabbia blocchi di catrame grandi come palloni da basket. Non è un bello spettacolo, ed è solo una magra consolazione che l'incidente sia capitato d'inverno e non in piena estate, quando il litorale è invaso da migliaia di bagnanti.

E' emergenza totale, comunque. I sindaci di Sassari, Porto Torres e Sorso - Gianfranco Ganau, Beniamino Scarpa e Giuseppe Morghen - ieri pomeriggio hanno emesso le ordinanze per vietare l'accesso alle spiagge sino a quando non saranno ripristinate le condizioni di normalità. Si tratta di una misura legata alla potenziale pericolosità del materiale finito in mare (classificato R45, quindi tra quelli cancerogeni). Non c'è certezza sulla quantità di combustibile disperso accidentalmente, sicuramente senza trovare ostacoli perchè le panne galleggianti - secondo quanto emerso finora - non erano presenti nel tratto dove si è verificata la perdita.

«Gli addetti di E.On si sono accorti del problema solo quando il materiale è emerso a galla - ha detto il sindaco Gianfranco Ganau - chiediamo totale chiarezza sull'accaduto».

Sarebbe davvero grave se dalle indagini dovesse emergere che il fatto è stato sottovalutato, specie nelle fasi iniziali quando la tempestività degli interventi avrebbe potuto notevolmente limitare i danni.

E.On ha dato piena disponibilità a fare la sua parte per riportare la situazione alla normalità nell'arco di una settimana. Ma gli enti locali rimarcano il livello alto dell'emergenza, denunciano un «danno all'immagine del territorio, quindi anche economico» e vogliono portare la società tedesca a un tavolo di confronto che consenta di «eliminare» gli elementi di rischio per l'ambiente, a cominciare dalla demolizione dei gruppi uno e due a olio combustibile. E chiedono il rispetto degli accordi con la Regione (compresa la costruzione del quinto gruppo a carbone inserito nel quadro di un miglioramento dell'impatto ambientale).

Ieri mattina l'assessore provinciale all'Ambiente Paolo Denegri ha tenuto un vertice nel centro di Baldinca con i sindaci, una delegazione di E.On (guidata dal direttore della centrale Marco Bertolino) e i vertici della Capitaneria di porto. Le operazioni di bonifica procedono sotto la supervisione del tecnici dell'Arpas e sono state affidate alla società «Verde Vita»: è attiva una task-force di oltre 100 persone, in mare e a terra, con cinque autobotti e due autocisterne. Questa mattina in Capitaneria è previsto un tavolo tecnico per fare il punto delle situazione.

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