La Nuova Sardegna

NUCLEAREVeronesi: "Una centrale atomica in Sardegna? Dovreste essere contenti"

Paoletta Farina
Umberto Veronesi al meeting di Alghero
Umberto Veronesi al meeting di Alghero

Il celebre oncologo e senatore Pd, ad Alghero per un meeting sul tumore al seno, conferma la disponibilità a dirigere l’Agenzia per la sicurezza del nucleare. "È una scelta fatta in tutto il mondo, pretendiamo di essere gli unici intelligenti in una marea di stupidi? È il petrolio che dobbiamo eliminare: inquina, è cancerogeno e provoca guerre"

18 settembre 2010
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ALGHERO. «Una centrale nucleare nella vostra isola? I sardi dovrebbero essere contenti se ciò avvenisse. Non ci sono pericoli e la contrarietà al nucleare è solo ideologica, non supportata da argomentazioni scientifiche».

Parole che arrivano dall'oncologo Umberto Veronesi, un'autorità mondiale nel campo dei tumori e papabile presidente dell'Agenzia per la sicurezza del nucleare, indicato, lui che è senatore eletto con il Pd, dal governo Berlusconi. Non senza mal di pancia da parte del centrosinistra che gli ha rimproverato l'incompatibilità della possibile nomina con la carica di parlamentare. Ad Alghero per partecipare a un meeting sul cancro al seno promosso dalla clinica chirurgica dell'università sassarese, il professor Veronesi affronta volentieri un tema che in Sardegna ha già surriscaldato l'opinione pubblica divisa tra il sì e il no all'installazione di un reattore: perché nell'elenco dei siti che potrebbero essere prescelti sul territorio nazionale compare anche Oristano. Comuni di tutta l'isola si sono già espressi contro, ed ecco levarsi l'autorevole voce del professor Veronesi, convinto nuclearista tanto da sostenere che l'energia dall'atomo migliorerebbe l'ambiente.

- Allora professore, spieghi meglio perché non rappresenta un rischio.
«Perché se escludiamo incidenti come la tragedia di Chernobyl, dovuta ad un errore umano e per giunta avvenuta in un impianto vecchio e in cui non era attivata la protezione, non risulta un morto legato alla presenza di una centrale nucleare. Basta vedere Caorso».

- Quindi nessun pericolo per la salute?
«Fanno più vittime gli incidenti aerei. Tant'è che costruirei la mia casa alle porte d'un impianto di questo tipo».

- Molti le risponderebbero: e allora lei se la costruisca, la casa, vicino a un reattore, ma noi non lo faremo mai.
«A queste persone replico che in tutto il mondo si è fatta la scelta nucleare tranne che in Italia. Cosa pretendiamo, di essere gli unici intelligenti in mezzo a una marea di stupidi?».

- Magari diffidenti.
«Abbiamo impianti nelle vicine Svizzera e Francia. Mi si spieghi cosa cambierebbe se li facessimo anche da noi».

- È la possibilità di incidenti che spaventa.
«Ma in Europa siamo rimasti oramai l'unico Paese contrario a questa fonte energetica. Anche la Germania, che voleva sospendere il programma nucleare, lo prolungherà. Stati Uniti, India, Cina, Pakistan utilizzano da anni l'energia atomica, così come il Brasile e l'Argentina. Attualmente nel mondo ci sono in costruzione 49 centrali e presto saranno pronte a partirne duecento. La Cina ne ha programmate altre duecento. E due nuovi grandi reattori si stanno realizzando in Finlandia e Francia con tecnologia Epr (Europen pressurized reactor). Reattori che hanno una potenza da 1600 megawatt, doppia rispetto agli impianti di vecchia generazione».

- Come quelli che dovranno essere aperti in Italia...
«Il programma italiano prevede di costruirne quattro. E ribadisco che sono assolutamente favorevole perché sarebbe un bene per l'Italia. Non dobbiamo combattere il nucleare ma piuttosto eliminare il petrolio come prima fonte energetica: inquina il mondo, il petrolio sì che è cancerogeno e il suo sfruttamento sottopone l'intera comunità internazionale al ricatto dei paesi produttori oltre a generare conflitti, ne abbiamo avuto più volte la prova, tra Stati».

- Se lo dice lei...
«Io ho speso la mia vita per la salute di tutti, e certo non sarei favorevole a qualcosa che potesse rivelarsi dannoso. Sulla sicurezza non si può improvvisare. Io mi ci sono sempre dedicato e ho le competenze scientifiche per discuterne».

- E le scorie prodotte dal combustibile nucleare? Come difendersi dalle loro radiazioni?
«Le scorie non sono un problema. L'uranio, quando è impoverito, non è pericoloso a meno che non lo si prenda in mano. Già a cinquanta centimetri di distanza le radiazioni «alfa» che emette non sono più nocive».

- Insomma, se una centrale approdasse in Sardegna...
«Sarebbe un vantaggio per la comunità anche in termini economici. In Francia, ad esempio, sappiamo che nelle zone dove esistono reattori i residenti godono di energia gratuita e di una serie di altre facilitazioni».

- Ma intanto sull'Agenzia per la sicurezza del nucleare si segna il passo.
«La situazione politica non mi sembra faccia prevedere tempi brevi».

- Lei comunque conferma la disponibilità a entrare a farne parte che ha dato precedentemente?
«Non ho cambiato opinione».

- Dal nucleare ai tumori. Lei oggi qui ad Alghero ha tenuto una lezione magistrale sulle innovazioni nel trattamento chirurgico dei tumori al seno. Una malattia che spaventa le donne: quale è attualmente la situazione?
«Il dato è che i tumori sono più frequenti, ma si muore di meno. Segno che abbiamo fatto progressi importanti per diminuire la mortalità».

- Nella cura del tumore alla mammella si è passati da interventi estremamente invasivi a tecniche chirurgiche conservative. Un passo di cui lei è stato grande protagonista.
«Quando proposi la quadrantectomia che, sostituendo la mastectomia, consentiva alla donna di conservare il seno, non nego che la comunità scientifica ebbe delle resistenze. Allora l'asportazione della mammella era un dogma. La casistica ci ha confermato che un intervento così mutilante non era necessario. Adesso possiamo dire di essere riusciti a salvare la vita ma anche il seno delle nostre pazienti».

- La prevenzione che si fa è sufficiente?
«Se tutte le donne si sottoponessero a screening potremmo arrivare alla mortalità zero. E questo deve essere l'obiettivo a cui puntare».

- Quale è il suo giudizio sulla sanità italiana?
«Il sistema è complessivamente buono, ma occorre perfezionarlo. Abbiamo medici capaci, con un buon livello di professionalità, le carenze sono invece negli ospedali, troppo arretrati. Ecco, è invece il sistema ospedaliero da riconsiderare».

- Cambiamo registro. Le piacciono il cielo e il mare di Alghero? Il convegno ha coinciso con una splendida giornata.
«Certo che mi piacciono il cielo e il mare», afferma Veronesi che poi sussurra sorridendo malizioso: «Ma anche le donne che sono qui».
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