La Nuova Sardegna

Alghero, ristoratore nasconde redditi per 600mila euro

Alghero, ristoratore nasconde redditi per 600mila euro

Avrebbe nascosto al fisco entrate per 600mila euro Mario Monte, ristoratore algherese, secondo le indagini della Guardia di finanza, che gli ha contestato anche l’evasione di 60mila euro di Iva

27 giugno 2010
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ALGHERO. Seicentomila euro non dichiarati e il mancato versamento di 60mila euro di Iva le conclusioni cui è giunta la Guardia di Finanza dopo un accertamento a carico di un ristoratore algherese.

L’accertamento delle Fiamme Gialle della Tenenza di Alghero ha interessato il ristorante Steak House di Mario Monte, 63 anni, algherese, noto imprenditore nel settore della ristorazione, ubicato sul Lungomare Dante, la celebre passeggiata dei bastioni aragonesi. Monte è stato a lungo anche uno dei più attivi operatori nel settore della movida delle estati algheresi con la discoteca situata sul colle di Calabona. Secondo le conclusioni cui sono giunti gli uomini del tenente Giuseppe Spezzaferro, comandante il distaccamento locale della Guardia di Finanza, il ristoratore «occultava sistematicamente al fisco parte dei ricavi, dichiarando nelle rispettive annualità redditi irrisori».

Il meccanismo andava avanti da anni e i riscontri contabili, le fatturazioni, i parametri sui potenziali ricavi, hanno fornito ai finanzieri un quadro che definisce il contribuente in questione, nel linguaggio dei militari delle Fiamme Gialle, «evasore paratotale». La Guardia di Finanza ha incrementato negli ultimi tempi i controlli sulle attività che si presume svolgano un volume di affari di una certa consistenza, soprattutto durante la stagione estiva, nel solco di quella lotta all’evasione fiscale e alle violazioni delle regole di leale concorrenza.

Gli accertamenti sono stati svolti dalla Squadra operativa volante della Tenenza che dai riscontri incrociati avrebbe individuato «un collaudato sistema evasivo». In pratica le denunce dei redditi derivanti dall’attività di ristorazione ammontavano a poche migliaia di euro. Decisamente troppo poco secondo i volumi delle fatturazioni delle merci in acquisto, la posizione panoramica che ne fa uno dei ristoranti più frequentati della Riviera e la consistente disponibilità di posti a sedere sia all’interno del locale e sia all’esterno, sul suolo pubblico.

Un ruolo decisivo nell’accertamento dell’evasione che smentiva gli scarsi guadagni presentati al fisco, lo ha indubbiamente svolto la totale ricostruzione del volume d’affari attraverso i riscontri documentali di contabilità ma soprattutto gli accertamenti bancari sui conti correnti del ristoratore. I finanzieri hanno fatto le loro indagini approfondendo le disponibilità bancarie, hanno incrociato e tracciato tutte le movimentazioni finanziarie dell’attività, raggiundendo conclusioni diametralmente opposte a quelle che figuravano nella denuncia dei redditi, quindi smascherando di fatto il sistematico occultamento di ricavi. I volumi di affari, e quindi i guadagni, erano decisamente diversi da quelli offerti alla valutazione dell’ufficio delle Imposte.

Elementi questi ultimi che secondo le analisi dei finanzieri erano scarsamente credibili e quindi una fase di accertamento nel merito dell’attività dell’esercizio si rendeva necessaria. Alla contestazione delle violazioni amministrative per “Presentazione della dichiarazione dei Redditi e Iva con dati infedeli” che è già stata notificata dalla Guardia di Finanza al ristoratore, si aggiungeranno ora a seguire pesanti sanzioni pecuniarie.
Contro l’accertamento fiscale della Finanza il titolare dell’esercizio, qualora non condividesse le conclusioni cui sono giunti gli uomini della Tenenza di Alghero della Guardia di Finanza, potrà ora presentare ricorso.
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