La Nuova Sardegna

Tanti amici nell’isola e l’amore per il mare della Costa Smeralda

Giampiero Cocco
Tanti amici nell’isola e l’amore per il mare della Costa Smeralda

La memorabile festa del 1981 coi centenari di Logudoro e Mejlogu

09 settembre 2009
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PORTO CERVO. Mike Bongiorno amava la Sardegna, la frequentava sin dai primi anni Sessanta, quando l’Aga Khan installò i pontili galleggianti nella baia che poi diventò la marina di Porto Cervo. Arrivava sempre con il suo motoscafo (EkiM, dal primo al IV) che ormeggiava in testa al pontile, pronto a prendere il largo.

Era accaduto anche il 21 agosto del 1997, quando il comandante (un marinaio algherese) diede troppo gas nell’attraversare il canale tra Caprera e Palau, beccandosi una multa per eccesso di velocità dalla guardia costiera. Una notizia che suscitò clamore e sorrisini dopo l’articolo scritto dell’inviato del Corriere della Sera, Alberto Pinna. Una notizia documentata, che però scatenò la reazione di Mike il quale convocò, a bordo dell’EkiM giornalisti e cameramen. Anche Alberto Pinna si presentò a bordo, ma venne rispedito sul pontile da un incavolatissimo Mike. Ingiurie, minacce e diffamazione: Pinna denunciò il Mike nazionale, il quale lo minacciò di chiamare il direttore del “Corriere”.

Il processo andò avanti per 7 anni: il pretore di Olbia Francesca Cosentino condannò Bongiorno a tre mesi nel 2000; nel 2002 la corte d’appello di Sassari assolse il presentatore e nel 2003 la Cassazione rispedì il fascicolo ai giudici cagliaritani, che confermarono la sentenza assolutoria. Il legale di Pinna, l’avvocato Pietro Diaz, inoltrò un nuovo ricorso in Cassazione, ancora pendente. «Mi dispiace - ha detto ieri Alberto Pinna - e sono addolorato per la scomparsa di Mike, un impareggiabile professionista dello spettacolo. Ma dovevo tutelare la mia dignità e professionalità». Mike Bongiorno (giornalista pubblicista) ha sempre “difeso” l’operato di Alberto Pinna. «Se io non fossi Mike questa storia non avrebbe mai avuto tanto clamore - andava ripetendo ai giudici - ma ho dovuto ribattere per questioni di principio: io sono un uomo di spettacolo, il mio comportamento pubblico funge da esempio per generazioni di italiani, e non posso passare come un pilota di formula uno sui mari della Sardegna». Mike amava l’isola, e in una delle sue trasmissioni degli anni Ottanta - “Flash” - per ben due volte i quiz riguardavano cronache isolane. Nel 1980 una coppia di anziani vedovi si sposò, per la terza volta, in chiesa. Zio Lorenzino S. (tre volte vedovo) sulla soglia dei cent’anni impalmò nella chiesetta di Nuchis una giovane ottantenne, già maritata e rimasta vedova due volte. La notizia riportata dalla Nuova Sardegna fece il giro del mondo, e Mike la utilizzò.

Nel 1981 furono le esternazioni di un centenario di Ittireddu ad attirare l’attenzione di mister Allegria. Il centenario affermò che l’elisir della sua lunga vita l’aveva scoperto nella bocca di un vulcano spento, dove ogni tanto si rotolava nella polvere. Mike, incuriositò, volle approfondirla: nel luglio del 1981 (accompagnato dalla moglie Daniela Zuccoli) fece visita al vecchietto ma trovò ad attenderlo una decina di centenari, uomini e donne, del Logudoro e del Mejlogu. Fu una festa popolare, con tanto di banda musicale, il sindaco dell’epoca lo accolse con la fascia tricolore e il coro di Bono rallegrò la gigantesca tavolata all’aperto allestita in suo onore. Mike alla ripresa autunnale del programma “Flash” si dilungò nelle virtù terapeutiche del vulcano spento che manteneva giovani e potenti.
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