La Nuova Sardegna

Abusi edilizi: è l’ora degli attentati

Valeria Gianoglio
Abusi edilizi: è l’ora degli attentati

Tertenia, in fiamme la casa di un idraulico. In paese cresce il malumore

09 settembre 2009
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TERTENIA. Gli abusi edilizi, a detta della Procura ogliastrina, cominciano a calare perché la paura delle ruspe funziona come formidabile deterrente. Alcuni proprietari colpiti dalle demolizioni, invece, hanno pensato di abbattere da sè le ville fuorilegge, prima che lo facciano le benne. Ma intanto a Tertenia, uno dei paesi più colpiti dagli abusi edilizi, ieri notte c’è qualcuno che ha tremato.

È l’una quando le fiamme si levano alte in una delle sottozone nelle quali è divisa la marina di Sarrala. Proprio in quella stessa fascia protetta sulla quale da qualche tempo si sta abbattendo l’uragano delle circa cento sentenze di demolizione. Quando arrivano i vigili del fuoco, il villino, che appartiene a un idraulico del paese, è invaso dal fumo e al centro della stanza principale della casa ci sono alcuni mobili messi l’uno appiccicato all’altro. Mobili che bruciano insieme ad altri arredi. Che si tratti di un incendio doloso, dunque, non c’è alcun dubbio.

È sul movente, invece, che mancano le certezze: si tratta di un episodio legato alle tante tensioni che in paese si tagliano a fette e che stanno precedendo l’arrivo delle ruspe? Il sindaco di Tertenia, Guido Pisu, non ci crede ma invita comunque tutti alla prudenza. «È un incendio doloso - ammette - ma non è detto che sia legato alla storia degli abusi edilizi. Invito comunque tutti alla prudenza perché la materia è piuttosto delicata, va studiata a fondo e va risolta assolutamente nella legalità, secondo quanto prevede la legge. Per questo chiedo ai miei concittadini di stare attenti a chi suggerisce loro false aspettative e false soluzioni alla questione. Spesso sono persone che vogliono approfittarsi della situazione e strumentalizzarla per destabilizzare il paese».

Lo ha ripetuto anche ieri sera, il primo cittadino, ai terteniesi raccolti nell’aula consiliare per partecipare a una seduta del consiglio comunale quasi interamente dedicata al caso abusi edilizi. Al momento, l’unica soluzione all’orizzonte, per il Comune di Tertenia, continua a rimanere quella del piano di risanamento. «Siamo pronti a fare il primo passo in questa direzione - spiega ancora Guido Pisu - ovvero la riperimetrazione degli abusi. E anche questa sarà un’operazione assai delicata, dove non tutte le case potranno essere comprese. E poi c’è la questione fondi: per il piano di risanamento serviranno non meno di 100mila euro e il Comune questi soldi non li ha. Per questo chiediamo che la Regione ci aiuti e che i proprietari delle case diano il loro contributo».

La situazione, insomma, nel paese, è piuttosto complicata. Da un lato c’è il Comune che tenta la strada del risanamento e chiede aiuto alla Regione e alle istituzioni per avere una sospensiva immediata agli abbattimenti. Dall’altra ci sono gli abusivi riuniti in un comitato che chiedono lo stop alle ruspe. Certo è che l’iter delle demolizioni è arrivato a un punto di non ritorno: la Procura di Lanusei, infatti, ha già contattato il Genio militare e alcune ditte del Cagliaritano specializzate in demolizioni e affini. In totale, in tutta l’Ogliastra, sono circa duecento le case abusive da abbattere. Una decina di istanze per fermare le ruspe sono già arrivate in Procura e ora verranno valutate caso per caso. Ma una prima buona notizia è arrivata proprio in queste ore: gli abusi edilizi si sono pressocché arrestati, forse proprio in virtù dell’effetto deterrente provocato dal timore delle benne. Intanto, le squadre anti-abusi sguinzagliate dalla Procura continuano a controllare il territorio. Lo fanno anche in orari insoliti. Spesso durante la notte.
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