La Nuova Sardegna

Violenza su un'adolescente: in cella

Stefania Puorro
Violenza su un'adolescente: in cella

La vittima ha 14 anni: l’accusa confermata dall’esame del dna. La ragazza è amica della figlia del presunto violentatore I fatti risalgono allo scorso marzo

08 luglio 2009
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OLBIA. Violenza sessuale su una ragazzina di quattordici anni. E’ finito in carcere con questa accusa e con una prova che non lascerebbe dubbi (l’esame del dna ricavato dal liquido seminale) un operaio edile di quarant’anni, olbiese. M.S., queste le sue iniziali, è un padre di famiglia dal passato pulito e dalla vita, in apparenza, tranquilla. Ma nascondeva, in base a quanto raccolto dagli investigatori, un altro volto. Quello emerso subito dopo la denuncia di una madre disperata che ha ascoltato il tremendo racconto fatto dalla sua bambina. L’uomo è accusato, ed è per questo che è stato arrestato dai carabinieri, di aver violentato una giovane di 14 anni, amica e coetanea di una delle sue figlie.

La vicenda risale a un pomeriggio dello scorso marzo, uno dei tanti che la ragazzina trascorreva nell’abitazione dell’operaio. Un caso terribile, purtroppo non l’unico, in cui i particolari non contano. E non conta nemmeno il fatto che il corpo di quella bambina sia stato violato o meno. Si tratta sempre di violenza sessuale. Ci sono le prove che incastrerebbero l’uomo e ci sono i risultati delle indagini svolte da 4 mesi dagli uomini del nucleo operativo e radiomobile del reparto territoriale di Olbia.

E’ stata la madre della piccola a presentare l’immediata denuncia dopo che sua figlia è corsa da lei in lacrime. E dopo che sugli indumenti della giovane era presente ancora il liquido seminale. Quello che è servito agli esperti del Ris di Cagliari per inserire l’anello mancante nella catena delle indagini dei carabinieri. I quali, si erano subito mossi per trovare tracce utili a individuare l’autore della violenza e per cercare ogni prova possibile che potesse inchiodarlo. Ed ecco l’esito delle analisi tecniche eseguite dal Reparto investigazioni scientifiche di Cagliari: il dna dell’indagato è lo stesso ricavato dal liquido seminale trovato sugli indumenti della ragazzina. Una prova che ha portato il gip di Tempio Vincenzo Cristiano, concorde con i risultati raccolti dagli inquirenti, a disporre la misura della custodia cautelare in carcere: l’altro ieri pomeriggio i carabinieri hanno quindi cercato l’operaio (che è difeso dall’avvocato Iacopo Merlini) trovandolo poi nel centro di Olbia. Lo hanno bloccato e ammanettato. E portato in una cella della casa circondariale di Tempio a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Esattamente un mese fa, era l’8 giugno, ci fu un altro caso di violenza sessuale a Olbia. Nel cuore del parco Fausto Noce era stato arrestato dalla polizia Amir Yousifzai, profugo afgano di 41 anni. Aveva molestato un bambino di 12 anni, riuscito poi a scappare e a chiedere aiuto a un passante. La caccia all’uomo era durata pochissimo. Gli agenti avevano arrestato Yousifzai, che aveva un permesso di soggiorno come profugo afgano rilasciato dalla questura di Crotone, mentre si «esibiva» anche davanti a una donna adulta. Da qui l’arresto immediato per violenza sessuale aggravata nei confronti di un minore e per atti osceni in luogo pubblico.
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