La Nuova Sardegna

Eni annuncia: fermiamo tutto

Gianni Bazzoni
Eni annuncia: fermiamo tutto

Un colpo di grazia per l’economia di Porto Torres. La svolta alla vigilia dello sciopero regionale e del vertice col governo

08 luglio 2009
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PORTO TORRES. Ormai è evidente che le cose peggiori per il territorio del nord Sardegna capitano sempre d’estate. E in concidenza con appuntamenti che, solitamente, distolgono l’attenzione generale: il G8 all’Aquila dopo averlo sottratto - anche quello con un annuncio al volo, comunicato al presidente della Regione attraverso una dichiarazione in tv - alla Maddalena è il caso di oggi. La lista, in effetti, sarebbe fin troppo lunga da compilare. Ma la chiusura dello stabilimento petrolchimico di Porto Torres - perchè tale è se si decide la fermata del cracking che è il cuore, debole ma ancora pulsante, della vecchia fabbrica - è una di quelle cose che non puoi mettere nel conto, neppure se a annunciarla fosse un irresponsabile. Saltano da un giorno all’altro 500 lavoratori, più tutti gli effetti a catena.

Accade anche questo in Sardegna, e l’effetto immediatamente successivo è quasi patetico, perchè improvvisamente si svegliano tutti, specie quelli «dormienti» del «governo amico» che si erano affannati - sino a qualche giorno fa - a tranquillizzare lavoratori e sindacati: la chimica non si tocca. Infatti, si demolisce: a un giorno dall’inizio del G8, a due dallo sciopero del settore Industria, a dieci dal vertice con tanti ministri sbandierato dal sottosegretario Gianni Letta e dal governatore Cappellacci come l’incontro per rilanciare la Sardegna.

Si riparte, è vero, ma da una chiusura. L’Eni l’ha annunciata ieri mattina: il cracking del petrolchimico di Porto Torres si ferma dal primo di agosto «e per un periodo temporaneo di almeno due mesi». L’azienda ha dato le motivazioni chiare, che sono anche queste note: risultato operativo annuo negativo per circa 70 milioni di euro, scenario sfavorevole per tutto il settore petrolchimico europeo, cracking «strutturalmente inefficiente, con un margine di contribuzione unitario consuntivo nei primi cinque mesi di -179 euro/ton di etilene prodotto (contro una media degli altri cracker di Polimeri Europa di 19 euro/ton). Numeri da brivido, ai quali occorre affiancare alcuni quesiti: chi ha obbligato l’Eni a stare in quella condizione? E perchè, sapendo che il cracking era «strutturalmente inefficiente», non sono stati fatti gli investimenti necessari?

Un annuncio strano, così come strana è la vicenda. Mentre i sindacati nazionali dei chimici di Cgil, Cisl e Uil incontravano l’Eni per una valutazione «riservata» della decisione, la notizia girava già in Sardegna ed era sul tavolo del presidente della Regione Ugo Cappellacci. Il governatore conferma il «brevissimo preavviso», stavolta non dice di volersi incatenare con gli operai, parla di «decisione inaccettabile e sconcertante» e convoca per oggi a Roma, nella sede della Regione, una riunione straordinaria della giunta aperta ai capigruppo di maggioranza e opposizione e ai parlamentari sardi.

«E’ un atto di arroganza che non si capisce da dove arriva - afferma Tore Corveddu, segretario nazionale dei chimici della Cgil -, una provocazione irresponsabile da fare adesso. Forse perchè c’era la preoccupazione che i commissari di Vinyls potessero scoprire e raccontare cose diverse da quelle riferite finora all’Eni?».

Il territorio è preoccupato per ciò che può accadere. «Si rischia un disastro sociale gravissimo - sottolinea il sindaco di Sassari Gianfranco Ganau - siamo alla chiusura dall’oggi al domani, è ciò che voleva l’Eni e il Governo non ha fatto niente per impedirlo». Così anche il sindaco di Porto Torres Luciano Mura: «Hanno lasciato intendere che la situazione fosse sotto controllo, invece l’Eni stava solo aspettando il momento per il colpo di grazia. Si renderà conto che il nostro è un territorio che ha la dignità e la forza per continuare a lottare». E Alessandra Giudici, presidente della Provincia: «Il processo di smantellamento della chimica è in atto - i timori degli ultimi mesi si stanno materializzando, a dispetto della volontà del territorio e delle promesse fatte dal governo».

Emblematico il commento di Ludovico Vito del Pd, componente della commissione Attività produttive che pochi giorni fa ha partecipato al sopralluogo al petrolchimico: «L’annuncio della chiusura annulla le indicazioni del ministro dello Sviluppo economico, offende la Commissione che il 29 giugno a Porto Torres era stata rassicurata sulle iniziative congiunte Eni-ministero dello Sviluppo». Cgil, Cisl e Uil puntano allo sciopero di venerdì: «La decisione dell’Eni - hanno detto Enzo Costa, Mario Medde e Francesca Ticca - rafforza le ragioni che hanno portato a proclamare la manifestazione. Ancora prima dell’incontro fissato per il 17 a Palazzo Chigi, sarà indispensabile il ritiro del provvedimento di chiusura del petrolchimico di Porto Torres».
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