La Nuova Sardegna

Sei giovani di Orgosolo specializzati nei furti

Valeria Gianoglio
Sei giovani di Orgosolo specializzati nei furti

Sei giovani di età compresa tra i 19 e i 24 anni, tra i quali una donna, sono stati arrestati dai carabinieri. Sono accusati di aver compiuto una serie di colpi nella provincia di Nuoro e di Oristano

24 giugno 2009
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OTTANA. Alle 11 di notte, a scadenze regolari, uno di loro pronunciava la parola d’ordine via telefono: «Andiamo a lavorare». Ma i carabinieri che li stavano intercettando da mesi, avevano già capito tutto. Ecco da chi era composta la banda dei furti tra Nuorese e Oristanese.

Sei giovani orgolesi, età media 20 anni, disoccupati, ma, come scrive lo stesso gip Francesco Verderese che all’alba di ieri ne ha disposto gli arresti, «agguerriti e caratterizzati da una fredda determinazione operativa sperimentata anche in luoghi distanti dalla loro abituale dimora». L’ultima volta, ad esempio, li avevano intercettati a Porto Cervo, mentre nel bel mezzo del Rally Costa Smeralda, stavano osservando con attenzione la vetrina di una gioielleria. La più grande del gruppo, ma a quanto pare non meno agguerrita, è una donna: Maria Grazia Pira, 24 anni. Una sorta di leader, secondo i carabinieri, era invece Salvatore Buesca, 20 anni.

E poi c’erano Francesco Buffa, Stefano Carta e Antonio Saccheddu, tutti di 19 anni, e Francesco Pira, di 20 anni. «Abbiamo stroncato sul nascere un gruppo che poteva potenzialmente diventare molto pericoloso. Un gruppo sul quale stiamo ancora indagando per individuarne anche fiancheggiatori e altri episodi nei quali potrebbe essere coinvolto» ha commentato il capitano Antonio Parillo, comandante della compagnia di Ottana. Ha il sapore di un’indagine vecchio stile, condotta con molto fiuto e solo dopo l’aiuto della tecnologia, quella che ha appena diretto con i suoi uomini del nucleo operativo.

Un’indagine cominciata quasi per caso, alcuni mesi fa, quando i posti di blocco disposti nel territorio della compagnia, fermano alcune auto di passaggio. E notano che conducenti e passeggeri, di frequente, sono gli stessi. Un gruppetto di giovani orgolesi che evidentemente a una certa ora di notte amano spostarsi dal loro paese per dirigersi verso Oristano. E sin qui non ci sarebbe nulla di male. Se non fosse che i carabinieri di Ottana si accorgono che guarda caso, proprio nei giorni nei quali i sei orgolesi si muovono da una una provincia all’altra, sono anche i giorni nei quali i furti si moltiplicano. E non risparmiano bar, market, distributori di carburante. Slot machine, in particolare.

I militari decidono allora di approfondire la questione. Con ordine e metodo, mettono da un lato le notizie di reato, dall’altra i movimenti del gruppo. Ottengono il permesso per mettere sotto controllo i loro telefoni. Ed è allora che le coincidenze diventano sospette: lo dicono le celle telefoniche che agganciano i cellulari utilizzati dai sei orgolesi. Che dimostrano la loro presenza nei luoghi dove avvengono i furti e proprio a una certa ora.

I carabinieri della compagnia di Ottana, ovviamente, non si fermano alle intercettazioni e alle analisi delle celle e dei tabulati. No, vanno anche a constatare de visu se quelle frasi che hanno intercettato possano corrispondere a un furto effettivo. E così è. «Nonostante la giovane età erano piuttosto esperti - ha spiegato ancora il capitano Parillo - perché parlavano solo se necessario, utilizzando un linguaggio in codice, e solo se durante i furti, si verificano alcuni inconvenienti».

Ai sei orgolesi, a vario titolo, sono stati attribuiti il furto alla farmacia di Marrubiu, il tentato furto al Caffè Caprice di Terralba, e il tentato furto al supermarket Hardis di Terralba, tutti il 17 aprile. È stato contestato ad alcuni di loro anche il furto di un Fiorino a Oliena, il 28 aprile scorso, con il quale avevano infranto la vetrata di un’area di servizio Agip lungo la statale 131, nel comune di Budoni, e avevano rubato 10mila euro dalle slot machine. E sempre la stessa sera, secondo gli investigatori, avevano rubato una Fiat Uno a Torpè per dirigersi poi al bar Pilosu e rubare duemila euro dalla slot machine.
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