La Nuova Sardegna

Uggias ce la fa: «Di Pietro è stato di parola»

Filippo Peretti
Uggias ce la fa: «Di Pietro è stato di parola»

Giommaria Uggias, dell'Italia dei Valori, rappresenterà la Sardegna nel Parlamento europeo. L'ex ex sindaco di Olbia è stato eletto grazie alla rinuncia di Antonio Di Pietro e Leoluca Orlando, e le opzioni per altre circoscrizioni di Sonia Alfano e Luigi de Magistris

10 giugno 2009
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CAGLIARI. Giommaria Uggias ce l’ha fatta, la Sardegna ha di nuovo un europarlamentare. Rispettando l’impegno assunto in campagna elettorale, Antonio Di Pietro e il vertice nazionale dell’Idv hanno fatto scattare rinunce e opzioni per cui l’ex sindaco di Olbia risulta essere eletto. Ieri a Roma con Federico Palomba, Uggias non si è scomposto più di tanto: «L’avevo detto, ero fiducioso».

Erano esattamente vent’anni, dalle elezioni europee del 1989, che i sardi non eleggevano un loro rappresentante al Parlamento di Strasburgo. Ci furono poi i casi di Mario Segni (eletto però non in un’altra circoscrizione) e di Maddalena Calia (che dopo una serie di dimissioni ha trascorso gli ultimi mesi della passata legislatura continentale. Proprio la Calia ha preannunciato ieri un ricorso elettorale: sostiene, infatti, che il collegio delle isole ha diritto a otto e non a sei seggi e che i due resti, attribuiti al Pdl del Nord Italia, spettano invece al Pdl delle isole (e lei è la seconda dei non eletti).

Al momento non ce l’ha fatta la Calia (114 mila preferenze) ed è rimasta fuori anche l’esponente del Pd sardo Francesca Barracciu (116 mila) e per entrambe c’è però la soddisfazione di un successo personale che le ha portate ad avere in Sardegna più voti di Silvio Berlusconi.

E’ invece passato, con 17 mila preferenze, Giommaria Uggias, che l'Idv sardo ha sempre presentato come il grande favorito. La ragione l’aveva spiegata a Cagliari proprio Antonio Di Pietro, il quale aveva detto in una conferenza stampa che all’unico candidato sardo sarebbe bastato arrivare quinto: perché lo stesso Di Pietro e Leoluca Orlando si sono candidati - come altri big - pur sapendo di non accettare l’elezione e perché gli altri due candidati forti, Luigi De Magistris e Sonia Alfano, avrebbero optato per l’elezione in altri collegi. E così è stato. Grazie al suo bagaglio di preferenze personali che lo aveva portato a essere il più votato dell’Idv alle elezioni regionali (anche se non era riuscito a spuntarla per via di uno strano meccanismo) e grazie all’ottimo risultato del partito, l’unico ad essere cresciuto in voti nonostante l’astensionismo record nell’isola, Uggias ha centrato l’obiettivo del quinto posto.

«E’ stato Di Pietro a darmi da notizia prima che le agenzie la diffondessero», ha detto Uggias. Il quale ha tenuto a precisare: «Non ho avuto regali, la mia è un’elezione a tutti gli effetti, si sapeva delle scelte del partito. Dovevo fare la mia parte e ho avuto diecimila preferenze in più del primo dei non eletti, uno dei candidati siciliani». L’ex sindaco di Olbia ha espresso «grande soddisfazione». Per la Sardegna «è un evento storico».

Uggias ha detto di voler «ringraziare tutti i sardi che hanno creduto nella possibilità di elezione e che non si sono fatti incantare da chi predicava l’astensionismo». Il neo europarlamentare ha quindi manifestato «grande apprezzamento» nei confronti di Di Pietro che «ha mantenuto l’impegno assunto in campagna elettorale, dimostrando di essere la persona che tutti conoscono, uno che mantiene la parola data». Infine, Uggias ha detto di averci «creduto fin dall’inizio», tanto che «assieme a Federico Palomba e tutto il partito abbiamo fatto una grande campagna elettorale nel territorio».

Dal canto suo, Federico Palomba ha espresso «soddisfazione per il partito e per la Sardegna e gioia per Uggias» e ha affermato: «Di Pietro ha confermato di essere un leader affidabile, è per questo che gli italiani lo stanno premiando».

Intanto la candidata del Pdl Maddalena Calia ha annunciato che impugnerà la proclamazione degli eletti nel collegio delle isole. Secondo la parlamentare uscente ci sono infatti gli estremi per un ricorso in quanto sarebbe stato violato il principio di rappresentatività. In altri termini - hanno fatto sapere dall’ufficio elettorale della Calia - il collegio Sardegna-Sicilia che avrebbe dovuto eleggere otto rappresentanti è stato penalizzato con il riconoscimento di soli sei eletti anzichè otto, a favore del collegio del Nord-Ovest, dove i due resti spettanti alle isole sono stati assegnati ai primi dei non eletti del Pdl. Questo è avvenuto, secondo la Calia, per una errata applicazione del principio proporzionale. Al collegio del Nord-Ovest sono stati infatti attribuiti due seggi in più che però - sempre secondo il ragionamento della Calia - spettavano a quello delle isole, solo perché lì si è registrata una maggiore affluenza alle urne, anche se le elette hanno ottenuto una 22 mila e l’altra 25 mila voti di preferenza, a fronte degli oltre 114 mila ottenuti dalla candidata sarda.

I collaboratori di Maddalena Calia, secondo quanto riferito dall’Agenzia Italia, parlano di «contrasto di norme» e precisano che non è stato ancora deciso dove presentare il ricorso. Sottolineano però che i due seggi che spettano al collegio delle isole andrebbero al Pdl (uno al siciliano Michele Cimino, l’altro appunto alla Calia).
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