La Nuova Sardegna

Non uccidete l'insetto-spiaSalverà le querce da sughero

Pier Giorgio Pinna
Non uccidete l'insetto-spiaSalverà le querce da sughero

Il Calosoma annienta bruchi e crisalidi che quest'anno hanno devastato 30mila ettari 

08 luglio 2008
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 SASSARI. Sarà pure un insetto un po' ripugnante. Può essere che fin dal nome, sicofante, cioè spia, tradisca le sue infide attitudini di predatore per conto terzi. Può anche darsi che non sia piacevole trovarselo tra i piedi vicino a casa o in campagna. Ma, per piacere, non uccidetelo.

 È un grande amico di noi sardi, uno dei pochi che di questi tempi sta facendo davvero qualcosa contro i defogliatori delle sugherete e dei lecci. Il Calosoma sycophanta, com'è stato battezzato nel Settecento dal grande studioso Linneo, si batte come un leone in miniatura: attacca le specie simili alla processionaria che vivono nell'isola, le mangia con una voracità incredibile e contribuisce così alla difesa naturale di grandi superfici boschive, soprattutto in Gallura e in provincia di Nuoro. Fallita la campagna per arginare l'avanzata dei bruchi-napalm, il nostro agente infiltrato nell'esercito nemico della Lymantria dispar divoratrice di cortecce è l'unico antagonista ancora sul campo in una stagione disastrosa nella quale sono già stati devastati trentamila ettari di querce.

 Ma come mai si parla solo adesso del microscopico 007 noto a Tempio come micolina e ad Alà come su cane de sa ruga? E da che cosa nasce l'allarme per la sua salvaguardia? Presto detto. Nelle stesse aree dove si annidano i più temibili avversari dei produttori di tappi, pannelli isolanti, rivestimenti acustici e altri articoli ecologici made in Calangianus-Luras nelle ultime settimane si è assistito a un proliferare abnorme di Calosoma.

 Visto che questi coleotteri caribidi si cibano non solo di Lymantria ma anche di altro, parecchi abitanti della zona si sono posti preoccupati interrogativi. Perché tanti insetti insieme e perché tutti così spaventosamente affamati? E allora ecco le rassicurazioni degli esperti: mettete via gli insetticidi e difendete i Calosoma, vi aiuteranno a ridurre il numero dei parassiti realmente nocivi per l'uomo e per le piante.

 Spiega infatti Pietro Luciano, preside di Agraria a Sassari e specialista in entomologia: «Il Calosoma, predatore di larve e crisalidi di lepidotteri, è utilissimo. Fra l'altro non ha l'aspetto orripilante che parecchi gli attribuiscono. Anzi.

 La sua livrea, il manto che lo ricopre, ha fantastici colori metallici che variano dal blu, al verde, al rosso (e le larve oscillano invece dal nero al bianco). Le eccezionali capacità mimetiche gli permettono di camuffarsi al meglio nell'ambiente circostante e svolgere così una funzione d'attacco ancora più incisiva». Il che con ogni probabilità chiarisce il nome attribuitogli dal celebre studioso svedese tre secoli fa: capace di dissimularsi come uno sicofante, abile nel compiere le missioni sino in fondo prima dell'offensiva finale.

 Ma a questo punto una domanda si pone inevitabilmente: per quale motivo i parassiti simil-processionaria che operano in Sardegna hanno prodotto così gravi danni nonostante la diffusione tanto massiccia degli esemplari di Calosoma sycophanta? A rispondere sono ancora una volta gli agronomi.

 Tutto è legato al ciclo vitale dei piccoli 007. I predatori cominciano a diventare tali, e quindi a colpire duro, soltanto dal terzo anno di età. Dunque gli esemplari che oggi stanno contrastando l'avanzata dei defogliatori sono nati a metà del 2005. Un periodo nel quale la difesa delle sughere e dei lecci con il Foray 48B diffuso da alta quota aveva dato ottimi risultati.

 Risultati ben diversi dalla deludente prova fornita negli ultimi mesi dal differente prodotto che il ministero ha voluto testare nella stessa lotta, il Wormox. Rivelatosi largamente inefficace. Forse perché più adatto a combattere le forme di processionaria più conosciute: quelle diffuse sulla penisola e in altre regioni del Mediterraneo.

 «La presenza di un antagonista naturale come il Calosoma diventa rilevante solo all'inizio della retrogradazione della Lymantria - precisa meglio il professor Luciano - Da un lato ciò dimostra l'ampio sfasamento tra i massimi di popolazione del predatore e del predato. Ma dall'altro lato la dice lunga sulla situazione attuale, caratterizzata in sostanza da una fase nella quale è adesso in azione soprattutto il Calasoma. Che, detto tra parantesi, è coadiuvato nella sua opera da altri animali con le stesse caratteristiche di avversario biologico dei lepidotteri defogliatori nell'ambiente forestale della Sardegna. Per esempio, l'Oencyrtus kuwanai e il Blepharipa pratensis. Mentre un altro considerevole gruppo di nemici dei fitofagi è costituito da un insieme di agenti patogeni come, virus, batteri, protozoi e funghi. Tutti questi ultimi, infatti, si sviluppano in genere a carico di larve e crisalidi».

 Dunque, la natura in questo momento sta in qualche misura mettendo una pezza per tappare i buchi creati dal nostro deficit organizzativo sociale. La facoltà di agraria sassarese aveva infatti messo in guardia sui rischi della sostituzione del prodotto usato in precedenza per combattere i bruchi-napalm. E, ritenendo inadeguate per l'isola la misure intraprese dal ministero sotto questo profilo, aveva consentito esclusivamente un uso sperimentale del nuovo prodotto.

 L'esito della campagna, già di per sé limitata, si è comunque rivelato disastroso: esattamente come ipotizzato alla vigilia dagli specialisti sardi. La defogliazione è proseguita. E i bruchi della Lymantria si sono talmente sviluppati da invadere i binari e bloccare la corsa dei treni in Gallura.

 Nel frattempo sta nascendo nell'isola un nuovo pericolo. In Campidano, attorno a Sanluri, negli ultimi anni sono state fatte opere di rimboschimento con alberelli prelevati da vivai della Toscana. Nella circostanza però non ci si è resi conto che erano infestati dalla vera processionaria del pino. Conseguenza: lo sviluppo, per la prima volta in Sardegna, di questi animali. Defogliatori appartenenti a una specie ancora più pericolosa di quelle già presenti da noi perché può causare gravi fenomeni di allergia, far insorgere asma e altre preoccupanti malattie respiratorie tanto nell'uomo come nei bovini e in altri animali.

 In definitiva, per difenderci sino in fondo, uno dei rari baluardi resta pur sempre il nostro infiltrato speciale: è lungo poco meno di quattro centimetri, ma può arrivare a predare ogni stagione sino a novecento-mille tra bruchi o crisalidi. In questo periodo, affamatissimi, girano per la Sardegna centinaia di migliaia di 007 sul fronte dell'anti-napalm. Fate una semplice moltiplicazione e capirete. Poi mettete da parte ogni residuo ribrezzo, e augurategli buon appetito. Insomma: lasciateli divorare e trangugiare in santa pace. Decimeranno le nuove reclute dell'esercito dei defogliatori prima ancora che abbiano il tempo di sferrare un altro attacco.

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