La Nuova Sardegna

Oristano

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Non fecero bancarotta, assolti in due

ARBOREA. Nel 2011 il fallimento della loro azienda zootecnica aveva portato con sé anche guai giudiziari che, riletti col codice penale, volevano dire «bancarotta fraudolenta» che però si sono...

09 giugno 2017
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ARBOREA. Nel 2011 il fallimento della loro azienda zootecnica aveva portato con sé anche guai giudiziari che, riletti col codice penale, volevano dire «bancarotta fraudolenta» che però si sono conclusi nel migliore dei modi per i due imputati. Sotto accusa c’erano due fratelli, Gemiliano e Francesco Contu, per i quali il pubblico ministero Marco Ulzega aveva chiesto la condanna a due anni. Li riteneva colpevoli di aver fatto sparire dalle casse societarie centomila euro. Secondo quanto prevede la legge, una volta decretato il fallimento, nessun tipo di bene può essere distratto perché deve servire a parziale ristoro dei danni che lo stesso fallimento causa ai creditori di varia natura. Deve cioè costituire un piccolo capitale per evitare che chiunque vanti un credito con la società che fallisce resti del tutto all’asciutto.

Eppure la ricostruzione fatta dalla pubblica accusa ha mostrato delle falle. Le ha evidenziate l’avvocato Francesco Campanelli che difendeva entrambi gli imputati: è riuscito a dimostrare che non erano stati distratti quei beni che invece erano stati indicati dal curatore fallimentare.

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