La Nuova Sardegna

ORISTANO. Quell’appalto che scotta, non per tutti era stato assegnato in maniera irregolare. Il segretario generale del Comune, Luigi Mele, incassa alcune testimonianze a favore e altre contro. Ora sono sul tavolo dei giudici che processano il dirigente per abuso d’ufficio e falso. I testimoni chiamati a deporre dal pubblico ministero Armando Mammone hanno ripercorso i momenti burocratici che hanno accompagnato la firma con la quale si assegnava l’appalto di raccolta differenziata del Comune. Secondo l’accusa questa fu apposta in anticipo rispetto alla presentazione di tutta la documentazione da parte della ditta che poi vinse l’appalto. Tutto ciò avrebbe consentito a Luigi Mele di ottenere per sé i 19mila euro di diritto di rogito. Se invece avesse aspettato l’arrivo dei documenti sarebbe trascorso il tempo entro il quale gli sarebbe spettato quella sorta di incentivo per il suo lavoro.
È passato parecchio tempo, ma tutti ricordano bene. Il problema è che ricordano cose diverse e offrono versioni differenti. C’è chi come il responsabile del settore Lavori Pubblici, Walter Murru, o il responsabile dell’Urbanistica, Giuseppe Pinna o il funzionario Gian Gavino Pilu, dice che la firma arrivò successivamente alla presentazione da parte dell’impresa del Documento unico di regolarità contributiva. In caso contrario essi stessi per la loro parte non avrebbero dato corso alla pratica e alla riassegnazione dell’appalto. Hanno anche spiegato che il Comune, restando entro i termini risparmiò circa 50mila euro sul prezzo totale.
Ma c’è un problema non da poco: questa versione viene smentita dai dipendenti comunali Salvatore Falchi e Maria Luisa Albiero che hanno affermato di aver visto quei documenti indispensabili successivamente all’assegnazione del servizio.
Il processo andrà avanti il 30 novembre.
Enrico Carta