Aggressione, la migrante resta a Cuglieri
Due giorni fa la donna, ospite di una struttura con la famiglia, si era scagliata contro una mediatrice
CUGLIERI. Per il momento rimarrà nella struttura di prima accoglienza di Santa Caterina di Pittinuri la donna (originaria della Costa D’Avorio e non della Nigeria, come indicato in un primo momento) che nel pomeriggio di giovedì aveva aggredito una mediatrice culturale e il cuoco della struttura, intervenuto per difenderla. La situazione, che aveva richiesto anche l’intervento dei carabinieri della compagnia di Ghilarza, è tornata alla normalità. Dopo la sfuriata, la donna, al quinto mese di gravidanza e madre di quattro bambini, era stata accompagnata al pronto soccorso dell’ospedale San Martino di Oristano, dove, date le sue condizioni, i sanitari l’hanno sottoposta ad accertamenti e poi dimessa. Adesso la migrante dice di voler rimanere nella struttura cuglieritana, ma la sua posizione è al vaglio dei carabinieri, che stanno indagando per capire quali siano stati i motivi che hanno scatenato la sua rabbia. «Una vicenda che sarà chiarita dalle forze dell’ordine – ha detto ieri mattina il prefetto di Oristano Giuseppe Guetta –. Avevamo pensato di trasferire la famiglia, alla quale è stato riconosciuto lo status di protezione internazionale previsto per i richiedenti asilo, ma abbiamo tenuto presente che ci sono anche dei minori che frequentano la scuola e, almeno per adesso, rimarranno nella struttura». La famiglia della donna è comunque in lista per essere spostata in uno Sprar (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) e potrebbe essere trasferita anche in una struttura della penisola. In Sardegna gli Sprar sono soltanto nove (sette nella provincia di Cagliari e due in quella di Sassari), e attualmente sono tutti al completo. «Ci sono state diverse riunioni con l’Anci - ha spiegato il Prefetto Guetta - allo scopo di sollecitare i sindaci a presentare progetti finalizzati alla realizzazione di altri Sprar: attendiamo che arrivino. Intanto, finché non sarà trasferita, la famiglia ivoriana ha mostrato l’intenzione di rimanere a Cuglieri». Nella struttura cuglieritana ci sono circa 40 migranti, in gran parte provenienti dal Senegal e dal Bangladesh.
Piero Marongiu