La Nuova Sardegna

Oristano

pronto soccorso

Per i pazienti attesa media di due ore e 20

di Michela Cuccu

I risultati di un monitoraggio effettuato dal Tribunale per i diritti del malato

19 maggio 2017
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ORISTANO. Una media di due ore e venti minuti dal momento dell’ingresso alla dimissione, che diventano 90minuti se invece si deve essere ricoverati. Per fare alcuni esami, come l’emocromo, oppure i raggi x, o una tac, si possono attendere anche tre ore. Sono i tempi del Pronto soccorso dell’ospedale San Martino, risultati da un monitoraggio svolto dal Tribunale per i diritti del malato che assieme al Simeu ha verificato le condizioni di 243 pronto soccorso in tutto il territorio nazionale. «Monitoraggio civico», come ha precisato la responsabile provinciale di Cittadinazattiva, Maria Grazia Fichicelli che ieri mattina, assieme al presidente regionale, Salvatore Piu, hanno coordinato una tavola rotonda che si è svolta nella sala riunioni del san Martino, in occasione della “Settimana nazionale del pronto soccorso”. Indagine che aveva lo scopo di verificare il grado di sovraffollamento, ma anche, far emergere punti di forza e di debolezza.

Dopo i saluti del direttore generale della Assl di Oristano, Mariano Meloni e del direttore del pronto soccorso del san Martino, Salvatore Manca, il responsabile del Simeu, Corrado Casula, il segretario provinciale della Fimmg, Sandro Usai e Francesco Mastinu, ex responsabile, ora in pensione, del servizio di Diabetologia del san Martino e attualmente rappresentante di Cittadinanzattiva, i lavori sono entrati nel vivo.

Il monitoraggio, svolto dai volontari di Cittadinanzattiva dal 17 al 23 giugno del 2015, ha permesso di verificare alcune carenze. I servizi igienici della sala d’attesa, ad esempio, non hanno una differenziazione di sesso: maschi e femmine vanno nella stessa toilette, c’è però un bagno attrezzato per disabili. Mancano sedie a rotelle, barelle ed elevatori per pazienti grandi obesi. I pazienti hanno anche lamentato una scarsa informazione: solo il 35 per cento degli intervistati ha dichiarato di aver ricevuto informazioni sanitarie contro il 60 per cento che ha invece detto di non averne ricevuta nessuna. L’assistenza sanitaria è stata giudicata “Buona” dal 58 per cento dei pazienti, solo il 6 per cento l’ha definita insufficiente. Buona anche la valutazione (52 per cento degli intervistati) per quel che riguarda l’assistenza sanitaria e il livello di ascolto e attenzione da parte del personale. Cittadinanzattiva è riuscita anche ad individuare i punti di forza del reparto, che è dotato di un pronto soccorso pediatrico, di strumenti pediatrici per il primo intervento, di percorsi brevi per i “codici bianchi”, un protocollo interistituzionale per le vittime di violenza, linee guida per la valutazione del dolore e una buona collaborazione fra gli operatori del pronto soccorso e i presidi del territorio.

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