La Nuova Sardegna

Oristano

Bosa, giochi e bar in piazza la convivenza si complica

di Alessandro Farina
Bosa, giochi e bar in piazza la convivenza si complica

Un altro esercizio commerciale nel cuore della città e cinque posti di lavoro Ma c’è anche chi protesta per lo spazio sottratto alle attività dei bambini

14 maggio 2017
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BOSA. Un attentato incendiario in avvio di stagione nel 2015 aveva rischiato di chiudere ogni giovane velleità imprenditoriale. Ma Massimo Canu, trentaduenne diplomato all’istituto agrario, con esperienza decennale nel settore della ristorazione, non si era dato per vinto e, grazie all’aiuto di tanti, era riuscito a riaprire il bar di Turas due mesi dopo il rogo. Oggi, a due anni da quel potenziale disastro, inaugura un nuovo locale sulla piazza principale di Bosa, che ai nove posti di lavoro stagionali nella località a due chilometri da Bosa Marina aggiunge altre cinque buste paga, questa volta per l’intero anno.

Poltroncine, tavolini e ombrelloni sono già pronti a due passi dal Monumento ai Caduti. Uno spazio solitamente usato anche per i giochi di tanti bambini. In attesa di un’area verde attrezzata, magari come quelle realizzate a Tinnura e recentemente a Tresnuraghes. A Bosa, per ora, nulla di simile, e così la piazza diventa luogo di ritrovo e gioco per i più piccoli. Tra esercizi commerciali e libera fruizione della piazza c’è chi vede un conflitto. E a Bosa la polemica prende corpo. Ma il racconto della storia necessità di un passo indietro: era il mese di giugno del 2015 quando, nottetempo, qualcuno diede fuoco al bar Le Quattro More, sulla spiaggia di Turas. All’alba, di fronte alle rovine del locale, Massimo Canu stava per gettare la spugna sconsolato.

Bosa però rimase colpita da quel gesto, ma non muta. Partì immediatamente una sottoscrizione che permise di raccogliere fondi in arrivo da amici, imprenditori, semplici cittadini, che aiutarono il giovane a riaprire a tempo di record, in due mesi visto che ai primi di agosto Le Quattro More era nuovamente operativo. Un episodio che è rimasto impresso nella memoria di Massimo Canu: «È rimasta la voglia di migliorarsi e migliorare, di incrementare i servizi turistici nella nostra città». Però la nuova iniziativa ha ricevuto qualche critica. Nei giorni scorsi c’è chi ha sottolineato il fatto che poltroncine e ombrelloni in una zona della piazza utilizzata spesso dai bambini, magari anche per giocare a pallone in una città dove le strutture ad hoc non abbondano.

«Ho un figlio piccolo, e alleno da più di dieci anni i pulcini della Calmedia, so quindi che il gioco e lo svago sono importantissimi nella crescita dei nostri bambini. Ma una piazza non è adatta a questo, ci sono troppi pericoli, è evidente, qui è circondato da vie sempre trafficate d’auto. Per i più piccoli gli spazi dovrebbero essere altri». Magari l’area verde realizzata due anni fa con ingresso da via Pischedda, viene da pensare. Che però non decolla. Due bandi dell'amministrazione civica di Bosa, che intendeva affidare il servizio anche per creare qualche posto di lavoro, sono andati deserti.

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