La Nuova Sardegna

Oristano

L’emergenza migranti: Bosa di fronte a un bivio

di Alessandro Farina
L’emergenza migranti: Bosa di fronte a un bivio

In Comune si discute se accogliere un numero fisso di profughi: al massimo 24 L’alternativa è lasciare alle Prefetture il compito di cercare strutture disponibili

21 aprile 2017
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BOSA. Emergenza migranti e accoglienza: dopo l’assemblea di mercoledì, il tema è approdato ieri tra i banchi del consiglio comunale. Era questo il secondo punto all’ordine del giorno di un consiglio comunale straordinario ed è stato oggetto di un lungo dibattito. La maggioranza ha presentato una proposta di delibera, aperta alla discussione, sull’adesione al Bando Sprar. La possibilità che a Bosa possano arrivare altri migranti continua a catalizzare l’attenzione del dibattito e la grande partecipazione al Consiglio di ieri ne è l’ulteriore dimostrazione. Il dibattito è proseguito sino a tarda sera.

Un tema forte, foriero di tanti dubbi e perplessità anche a livello amministrativo, in un contesto in cui non sempre si riesce a dare risposta a chi chiede aiuto fra i residenti, malgrado un terzo del bilancio vada ai servizi sociali.

Comunque un tema da affrontare al più presto, forse anche perché è possibile che qualche privato imprenditore possa candidare la propria struttura ad ospitare decine di migranti.

Il terreno dell’accoglienza offre, secondo la funzionaria Anci Sardegna Daniela Sitzia, due possibilità. Aderire ad un bando Sprar che candidi Bosa ad accogliere un numero certo, commisurato a quello degli abitanti, di arrivi, la stima è di 24 migranti seguiti da enti o associazioni di comprovata esperienza, e che prevede anche l’attivazione di una clausola di salvaguardia che congela qualsiasi altra possibilità da parte della Prefettura. Oppure, non aderendo, rischiare che oggi o domani possa verificarsi un numero indefinito di arrivi in una struttura gestita dalle Prefetture, che aprono appositi bandi destinati agli imprenditori che vogliano legittimamente mettere a disposizione le proprie strutture, l’altra opzione. «Non esiste una terza via: non è possibile dire no a prescindere» ha sottolineato mercoledì sera il sindaco di Bosa Luigi Mastino. Queste insomma le chances a disposizione.

Una scelta evidentemente non semplice, anche in termini di comprensione da parte dei cittadini.

In caso di istituzione dei Cas, poi, lo Stato assicura ad ogni ente locale ospitante 500 euro di contributo per ogni migrante. Mentre di “premialità” da destinare ai comuni che aderiscono agli Sprar, con indirizzo magari le estreme povertà o i lavori socialmente utili, ancora si discute fra Anci e Ministero dell’Interno.

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